24 novembre 2009

GIA' CENT'ANNI FA QUALCUNO SCRIVEVA CHE...

"Siamo ricchi nelle società civilizzate. Perchè dunque attorno a noi questa miseria? Perchè questo lavoro faticoso che abbruttisce le masse? Perchè questa insicurezza dell'indomani anche per il lavoratore meglio retribuito, nel mezzo delle ricchezze ereditate dal passato e malgrado i mezzi pesanti di produzione che darebbero l'agiatezza a tutti in cambio di qualche ora di lavoro giornaliero?
(...) Perchè tutto quello che è necessario alla produzione: la terra, le miniere, le vie di comunicazione, il nutrimento, il rifugio, l'educazione, il sapere, tutto è stato accaparrato da alcuni nel corso di questa lunga storia di saccheggio, di esodi, di guerre, di ignoranze e di oppressione che l'umanità ha vissuto prima di aver appreso a domare le forze della Natura. Perchè, avvalendosi del preteso diritto acquisito nel passato, si appropriano oggi dei due terzi dei prodotti del lavoro umano che essi abbandonano allo sperpero più insensato, più scandaloso; perchè, avendo ridotto le masse a non aver di che vivere un mese o anche otto giorni, non permettono all'uomo di lavorare se questo non permette loro di prelevare la parte maggiore; perchè gli impediscono di produrre ciò di cui ha bisogno e lo forzano a produrre non ciò che sarà necessario agli altri, ma ciò che promette i più grandi benefici per l'accaparratore.
(...) Noi gridiamo contro il barone feudale che non permetteva al coltivatore di toccare la terra, a meno che non lasciasse un quarto della sua messe. Chiamiamo quell'epoca barbara. Ma se le forme sono cambiate le relazioni sono rimaste le stesse. E il lavoratore accetta, sotto la denominazione di libero contratto, le obbligazioni feudali, perchè da nessuna altra parte troverebbe migliori condizioni.
(...) L'impresa non si mosse molto per i bisogni della società: il suo unico fine è di aumentare i benefici dell'imprenditore. Qua e là fluttuazioni continue dell'industria, crisi di stato croniche, ognuna di queste getta sul lastrico lavoratori a centinaia di migliaia.
L'industria, non potendo gli operai acquistare con i loro salari le ricchezze che hanno prodotto, cerca mercati al di fuori, fra gli accaparratori delle altre nazioni. In Oriente, in Africa, non importa dove, in Egitto, Tonchino, Congo, l'Europa in queste condizioni deve accrescere il numero dei suoi servi. Ma dappertutto trova concorrenti evolvendosi tutte le nazioni nello stesso senso. E le guerre - la guerra permanente - devono scoppiare per il diritto di primeggiare sui mercati.
(...) Ecco il segreto della ricchezza: trovare coloro che vanno a piedi nudi, pagarli tre franchi e farne produrre a loro dieci. Aumentare in seguito con qualche grande colpo grazie al concorso dello Stato."

Petr Kropotkin
La conquista del pane
Edizioni della Rivista Anarchismo
Prima edizione: 1913!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Siamo nel 2009. E' passato quasi un secolo. A voi pare che siamo andati molto avanti?
A me no.

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