26 dicembre 2011

23 dicembre 2011


21 dicembre 2011

NATALE 2011

RIECCOMI

Lunga la mia assenza dal blog, questa volta.
Forse la più lunga da che esiste il Roman.
Ma mentre in occasione delle precedenti "fughe da Alcatraz" mi sentivo sempre un po' in colpa, e quindi  cercavo mille giustificazioni, questa volta ho pensato che in fondo il silenzio nel mio minuscolo spazio telematico parlasse, molto più di mille parole, di un momento, di una fase complessa nella quale sono successe, dentro e fuori di me, parecchie cose di non poco rilievo. E non hanno smesso di succedere, in questo mio perpetuo moto di ricerca che tanto fa di me ciò che sono, quanto a volte è un destino difficile da sostenere e portare con me nel mio cammino esistenziale.   
Intanto si avvicinano le feste, e la fine di questo difficile 2011. Un altro anno vissuto spesso all'insegna del corto respiro, dell'apnea esistenziale, del grande, immenso bisogno di risposte sul passato, sul presente, e ancora di più sulle perpetue incognite del futuro. Della ricerca di contatto, vicinanza, calore, di un esperanto dei sentimenti, del cuore, delle emozioni, più ancora che del pensiero. Una ricerca difficile, quasi una sfida impossibile, si direbbe, dentro un orizzonte quotidiano come quello in cui siamo immersi. E in questo cercare si imboccano tanti sentieri, si tentano diverse strade, in parte vecchie in parte nuove, cercando di prestare ascolto un po' alla ragione e un po' al sentimento; di mediare, di non indulgere nè all'esasperato arrovellarsi nè allo scuotimento dei sentimenti, di non salvare tutto a tutti i costi ma, allo stesso tempo, di non bruciare nemmeno tutto nel falò impulsivo delle amarezze, delle delusioni, dei capitoli che non siamo riusciti a chiudere come avremmo desiderato, sentendoci per questo impotenti, imbranati, miopi. Perchè se il troppo riflettere allontana dalla vita vera, e trasporta in uno sterile mondo delle idee, l'abbandono alle emozioni impossibili fa volare, sì, per un attimo fa volare, ma poi fa cadere in picchiata, e con le ali bruciate dal disincanto e dalla delusione.
E allora, cosa si capisce, in mezzo a tanto dolore, in mezzo a tante domande inevase da sè e dagli altri, che non vogliono o non possono risponderti, in mezzo a tanti segni difficili da decifrare? Si capisce che non tutte le domande possono trovare risposta, come mi sono sentita dire recentemente da un religioso che, in quanto tale, rimette nelle mani dell'Assoluto la comprensione piena e totale, la conoscenza di tutte le risposte a tutte le domande, il perchè delle contraddizioni, delle incoerenze, delle ingiustizie perenni, perpetuate, recidive, quelle che ci toccano e ci riguardano da vicino e quelle che osserviamo intorno a noi, i conti del dare e dell'avere che non tornano mai, mai, e forse ha ragione mio padre, che dall'alto dei suoi 76 anni dice che "i conti del dare e dell'avere non si possono fare se non quando si arriva all'ultimo respiro; allora, solo allora, si possono tirare le somme e capire se si è a debito o a credito rispetto all'esistenza, se si può parlare di sfiga o di fortuna". 
Nel tanto cercare, nella selva oscura dentro la quale la diritta via è stata smarrita, qualche segnale si coglie, si intravede all'orizzonte: l'ipotesi, ad esempio, di guardare da vicino il dolore degli altri, per relativizzare il proprio e riconoscere meglio ciò che si ha nella propria vita. Che non è non scontato, non è dovuto; e sempre mi sorprendo a colpevolmente dimenticarlo, chiamando a rapporto l'esistenza con l'arroganza di un'immotivata pretesa. Oppure l'amore semplice, eppure grande, che sta in un affetto nuovo, tutto da costruire, come quello per la mia piccola nipotina; minuscola creatura nella quale già intravedo i segni di un temperamento a mezza via tra il malinconico, il ribelle, e un'imperiosa volontà di imporsi sul corso ostile e capriccioso delle cose, che spesso non ti assecondano nei tuoi desideri e nelle tue aspettative. Uno sguardo, il suo, non solo stupito, ma anche, se non diffidente, senz'altro guardingo sul mistero della vita intorno a lei. Ti voglio bene, piccola Matilda, e spero che la vita ti aiuti a stemperare la malinconia senza estirparla, a smussare l'istinto di ribellione senza spegnerlo, a dosare il tuo "volli, sempre volli, fortissimamente volli", imparando a piegarti anzichè spezzarti, attendendo che passi la piena e non pretendendo di affrontarla e vincerla con forze troppo deboli per avere la meglio in quello che così si trasforma in un vano corpo a corpo con l'esistenza. La vita è più forte, non c'è niente da fare. E bisogna, bisogna trovare il modo di dialogare con lei, di contrattare, ritrarsi nei momenti più duri per poi avanzare in quelli più propizi, di seguire e (fingere di) assecondare l'onda per arrivare - forse - a cavalcarla, senza venirne travolti e annegare a causa di una strenua irriducibilità votata alla sconfitta in partenza.
E per me?
Sarà troppo tardi per me, per fare mia questa fondamentale lezione esistenziale? Farla scendere dalla testa al cuore, e da lì alle profondità che solo nel sonno ci parlano, ci mandano messaggi criptati dal nostro Aldilà esistenziale?
Perchè nella testa tutto questo c'è già, con cristallina chiarezza. Comincia a popolare anche il cuore, pur se a corrente alternata e in mezzo a feroci, dolorosi attacchi di nostalgia per le rassicuranti funzionalità interiori del passato, di cui è a volte fortissima la tentazione di riappropriarsi, abbandonandosi alla regressione, tornando alla sponda nota da cui si è partiti per solcare acque tempestose e ignote che d'altra parte non si può che attraversare; vero e proprio, inderogabile battesimo del fuoco. Ma è laggiù, laggiù nelle più remote profondità, quelle più buie, insondabili che abbiamo dentro, come le hanno gli oceani là dove non si può vedere, dove non si può arrivare, dove vivono le ombre, i mostri, le sedimentazioni esistenziali, che è difficile portare e radicare tutto questo.
In definitiva, questo io credo sarà il compito della mia intera vita davanti a me stessa.
E che i tempi a venire mi diano ossigeno, mi diano speranza, mi diano coraggio per affrontare il mio compito esistenziale.

Laura 

9 dicembre 2011

DAGLI ARCHIVI DELLA STORIA

Una vicenda sconvolgente, che ignoravo del tutto nella mia immensa, vergognosa ignoranza della storia di tanti Paesi: questa che vedete qui sopra è Dilma Rousseff, attuale Presidentessa del Brasile, che all'età di 22 anni, fra il 1970 e il 1972, fu detenuta e orrendamente torturata per giorni dal regime brasiliano di destra in quanto dissidente.
La foto qui sopra la ritrae appunto dopo le torture subite, di fronte al tribunale dei suoi aguzzini che si coprono il volto, mentre lei fissa un punto di fronte a sé con sguardo stanco, ma fermo e presente.
Oggi questa donna è a capo della nazione per la quale si è fatta torturare.
E chi allora sedeva sullo scranno del "giudice", quasi certamente oggi è carne per i vermi.

Laura 

24 novembre 2011

SIAMO IN TANTI A PORCI DELLE DOMANDE

...solo che non ho ancora capito, DI GRAZIA: tutti gli altri che se le pongono

DOVE SONO
?????????????????????????


Laura

16 novembre 2011

GAME OVER

E' l'alba di una nuova era (???)  

9 novembre 2011

GRANDE GRANDISSIMO NAPOLITANO!!!


VAI, MARIO, VAI
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 
SIAMO NELLE TUE MANI!!!

...E se sto seriamente pensando di ubriacarmi per festeggiare che ci leviamo il Caimano dalle palle, ho scoperto che siamo almeno in due:


8 novembre 2011

SIC TRANSIT "GLORIA" MUNDI


Il Presidente del Consiglio fissa il tabellone dei voti nella seduta di oggi alla Camera dei Deputati.
Così ad occhio e croce non mi pare che se la rida.
Possiamo osare sperare che sia la fine di un'era?

Laura

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 20.30:
sì, forse possiamo osare sperarlo:



21 ottobre 2011

L'ULTIMISSIMA CAZZATA

DAL SITO DI MC DONALD'S ITALIA
http://www.mcdonalds.it/#/home/:

C'E' UN NUOVO ANIMALE FRA NOI!

E' l'ELELAURO:


(CLICCATE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRE)

Si caratterizza per l'evidente difficoltà di apprendimento dell'utilizzo dei suoi strumenti e delle sue più caratteristiche ed efficaci risorse strutturali.

Lo ha individuato Cristiano in questo video di Repubblica TV:

ALTAMENTE CONSIGLIATO!!!

Laura

15 ottobre 2011

BRUCIANO? SPACCANO? FANNO CASINO?

MA FANNO BENE!!!
ANZI, NON BENE!
BENISSIMO!!! 
CHE CONTINUINO COSI'!!!
CHE LI VADANO A PRENDERE
DENTRO MONTECITORIO
E GLI SPACCHINO I CRANI!
Aggiornamento: sempre che, naturalmente, non siano messi lì apposta da "qualcuno". Ma se sono manifestanti "veri", comprendo l'esasperazione. Va bene la non violenza, ma se continuano a prenderci per il culo...

7 ottobre 2011

I DISCUTIBILI GURU DEI NOSTRI DISCUTIBILI TEMPI

E così Steve Jobs, poveretto, se n'è andato.
Che pena infinita suscitano sempre i malati di questo orribile e terribile male, che si accanisce sulle sue vittime sino a consumarle e sfinirle come nessun'altra malattia sa fare. Gente giovane, brillantissima, fisicamente prestante, intellettualmente vivace, insomma nel pieno della vita e delle forze, ridotta a spettro emaciato da questo demonio che la scienza non riesce a domare.
Insomma, io sono del partito di quelli a cui questi malati suscitano un assoluto sentimento di compassione, indipendentemente dal ceto, dalla quantità di soldi da zero all'infinito, dal successo o dal fallimento nella vita, dalla notorietà planetaria o, viceversa, dal perfetto e assoluto anonimato della vittima.

Ma detto ciò, voglio però anche aggiungere: ma che "guide spirituali" si sceglie questo mondo impazzito? E la scelta del termine, "guide spirituali", non è mia. I giornali titolano da ieri "La scomparsa del GURU di Apple". E l'abitazione di Jobs e i negozi Apple di tutto il mondo sono meta di pellegrinaggi di gente che va a deporre fiori e candele, a vergare sul selciato i propri pensieri di cordoglio, a lasciare biglietti di addio.
Ora, a me pare che qui si dia veramente i numeri.   
Lo stesso trattamento riservato a grandi protagonisti della spiritualità, alle grandi guide religiose e morali, viene ora riservato dalla pancia del popolo bue a un inventore di macchine e business man non privo, fra l'altro, di ombre e contraddizioni nel suo operato, sia come uomo d'intelletto sia come uomo d'affari.
Si viene infatti a sapere, documentandosi su vita e opere di Steve Jobs, che le invenzioni cruciali per il successo dei suoi prodotti in realtà non si devono del tutto a lui, ma al socio da cui a un certo punto si divise; non sarebbe, del resto, né il primo né l'ultimo esempio della coppia geniale in cui la spalla fornisce al prim'attore le soluzioni di cui poi quest'ultimo scaltramente si attribuisce la paternità intellettuale, passando dalle stalle (il garage dei primi esperimenti caserecci) alle stelle dell'Olimpo tecnologico e finanziario mondiale, mentre l'altro scompare nell'ombra dell'anonimato o al massimo, appunto, viene ricordato come "la spalla di". E dal punto di vista della condotta morale e delle scelte professionali, certamente con Jobs non siamo di fronte a un sant'uomo, bensì a un manager spregiudicato che probabilmente, in diverse circostanze di un'altalenante carriera e di una vita vissuta pericolosamente, fra periodi bui e punte di successo senza precedenti, investimenti felici e fallimenti che più di una volta parvero senza recupero, non è stato troppo lì a sottilizzare sul piano etico.
Ma quand'anche stessimo pure parlando di un manager "virtuoso" (ossimoro smentito da pochi, pochissimi casi di uomini d'affari che vollero e seppero conciliare le istanze morali con il profitto, in tempi e luoghi diversi), a me pare comunque folle che la gente guardi a un creatore di computer e macchinette per ascoltare musica e guardare immagini (perchè questo, in fin dei conti, Steve Jobs ha inventato; e fra l'altro si tratta di qualcosa che oggi ci appare straordinariamente evoluto, ma che presumibilmente farà sorridere le generazioni che prenderanno in mano un iPod fra nemmeno tanti anni, come noi oggi, pensiamoci bene, ci sbellichiamo a prendere in mano un Walkman degli anni '80), mi pare folle, dicevo, che la gente guardi a Jobs come si guarda a una guida spirituale, appunto, e lo pianga con il senso di smarrimento e di perdita che si prova quando le masse perdono i loro fari nella notte cupa dell'esistenza.
Ecco, questo secondo me la dice veramente lunga sul nostro mondo e sui nostri tempi.
Trovo cioè significativo che alle VERE guide spirituali si sostituisca oggi, con tutto il rispetto per la persona ora defunta, uno Steve Jobs; che uno come lui le persone considerino un modello, un esempio, un punto di riferimento a cui guardare.

Ora, i casi sono due.
O questo accade perché la gente considera che uno che ha inventato delle macchine straordinariamente avanzate e innovative sia, di default, anche un modello etico e comportamentale eccezionale, e fa questa arbitraria associazione perché si fa affascinare e ammaliare dal potere incantatorio che gli oggetti hanno assunto, fuor di ogni ragionevole misura, in questo nostro mondo intasato di feticci tecnologici, ragion per cui il loro creatore diventa ai suoi occhi lo stregone a cui guardare con timorosa venerazione; cioè, in parole semplici, SICCOME Steve Jobs ha inventato degli oggetti eccezionali (???), ALLORA diventa un modello a cui guardare ANCHE sotto l'aspetto etico-morale, sotto l'aspetto del "come si sta al mondo nel migliore dei modi possibili", del "quello lì era uno speciale, da cercare di imitare e da guardare con particolare ammirazione, quello lì adesso che non c'è più non è più come prima".   
Oppure, questo accade ponendo in secondo piano la questione del modello comportamentale e morale, e ci si entusiasma per il modello quando è in vita, e ci si addolora oltre una decente e ragionevole misura se il modello scompare, SOLO per l'aspetto materiale della questione, cioè SOLO in virtù del fatto che Steve Jobs ha inventato qualcosa a cui le masse attribuiscono un valore assoluto, smodato, un'importanza vitale, la stessa indispensabilità che attribuisce ai generi di prima necessità e alle leggi morali, ossia al cibo e alle norme etiche socialmente condivise, siano esse norme religiose o laiche di convivenza civile.
E questo perché Jobs ha messo nelle mani della masse l'iPod e l'iPhone: oggetti senza i quali la maggior parte della gente a livello planetario ormai non sa più stare, non sa più VIVERE (vedasi nell'osannato Carnage di Polanski la scena della "perdita del telefono" lanciato nel vaso di fiori pieno d'acqua, con conseguente attacco di nervi del suo fanatico e rincretinito proprietario), e rispetto ai quali dà ormai meno valore persino a generi di VERA, EFFETTIVA prima necessità; e sicuramente, vien fatto di pensare da queste così intense manifestazioni di cordoglio, dà anche loro un quantomeno PARI valore rispetto alle leggi morali = chissenefrega come mi comporto, quali valori faccio o non faccio miei (e anche, nei casi più estremi, chissenefrega se per ottenerlo rubo o finanche ammazzo); L'IMPORTANTE E' CHE IO ABBIA UN IPOD.   
Ergo, Steve Jobs viene messo, nell'uso mediatico delle parole e, ciò che più conta, nel sentire delle masse, sullo stesso piano, chessò, del Mahatma Ghandi, del Dalai Lama, di altri guru anche molto controversi, dello stesso papa Wojtyla, o di grandi figure laiche di riferimento per le società, grandi leader politici, grandi rivoluzionari, grandi combattenti per i diritti dei popoli e la strenua difesa dei valori etici basilari.

Tutto questo, ecco, a me pare frutto della grande, immensa, tragica confusione e mistificazione in atto in questi nostri tempi, dove tutto diventa un po' uguale a tutto, le acque si confondono, i pensieri si annebbiano, il grano è tale e quale al loglio, i cattivi in fondo sono dei simpatici buontemponi, i buoni tutto sommato dei coglioni che non sanno approfittare, l'Uomo della strada in fondo è un attimo che può diventare un vero divo, il divo è cialtrone, cafone e ignorante come il peggior Uomo della strada, tutti parlano di tutto, tutti sanno un po' di tutto, e dunque un intelligente (ma anche furbo), intraprendente (ma anche fallibile) uomo con il bernoccolo dell'informatica diventa un'icona, un mito, una leggenda.

Uno Steve Jobs assurge, e naturalmente ora che è morto assai più che da vivo (perché è la morte, si sa, che crea il mito), al ruolo di faro nella notte di una società sbalestrata, spaventata, drogata di necessità inventate, intossicata dalla dipendenza dagli oggetti, venerati come divinità in grado di regalarci quella personalità, quello status, quella fiducia in noi stessi, in una parola sola quella DIGNITA', che sentiamo oscuramente sfuggirci dalle mani (e di cui, a ben vedere, ci siamo colpevolmente spogliati da soli).

Laura     

30 settembre 2011

AFORISMA DEL GIORNO:
"La felicità sta sempre in un indefinito altrove"
Laura

...E SONO TRENTASETTE...

30.09.2011

Sono un peso per me stessa
sono un vuoto a perdere
sono diventata grande
senza neanche accorgermene

e ora sono qui che guardo
che mi guardo crescere
la mia cellulite
le mie nuove consapevolezze


quanto tempo che è passato
senza che me ne accorgessi
quanti giorni sono stati
sono stati quasi eterni

quanta vita che ho vissuto
inconsapevolmente
quanta vita che ho buttato
che ho buttato via per niente

sai ti dirò come mai
giro ancora per strada
vado a fare la spesa
ma non mi fermo più

a cercare qualcosa
qualche cosa di più
che alla fine poi
ti tocca ripagare

sono un'altra da me stessa
sono un vuoto a perdere
sono diventata questa
senza accorgemene
 
E ora sono qui che guardo
che mi guardo crescere
la mia cellulite
le mie nuove consapevolezze

sai ti dirò come mai
giro ancora per strada
vado a fare la spesa

ma non mi fermo più

mentre vado a cercare
quello che non c’è più
perchè il tempo ha cambiato le persone

ma non mi fermo più

mentre vado a cercare

quello che non c’è più
perchè il tempo ha cambiato le persone

sono un'altra da me stessa
sono un vuoto a perdere
sono diventata questa
senza neanche accorgemene


V. Rossi, Vuoto a perdere

Vedo nero
coi miei occhi

Vedo nero
e non c'è pace per me

Perdo il pelo
Shock the monkey

Vedo nero
e non capisco cos'è

C'è un odore di femmina quaggiù
e un profumo di sandalo e bambù

Vedo nero
coi miei occhi

come disse la marchesa camminando sugli specchi:
me la vedo nera
ma nera nera!

Ma non mi arrendo
alzabandiera!

Vedo nero
sai perché?

Te! Voglio te!
Voglio te!

Vedo nero
tra i tuoi fianchi
danza il cielo e non ho pace per te

Oro nero
shock the monkey

Vedo nero
e non capisco cos'è

C'è nell'aria una musica del sud
Tropicana vertigine sei tu
Dove c'è pelo c'è amor

Vedo nero
son del gatto
Come disse il pesce infarinato: sono fritto!

E spara spara
e sul più bello
mi tiene il cuore sotto tiro, poverello!

Vedo nero
Coi miei occhi

come disse la marchesa camminando sugli specchi:
me la vedo nera
ma nera nera!

Ma non mi arrendo
alzabandiera!

Vedo nero
sai perché?

Te! Voglio te!
Voglio te!

Ora (Ora) che ore sono?
(Ora, ora)
è l'ora di ieri sera (ora)

e qui si balla ancora (Ora, ora)
(ora, ora)
Che ore sono allora? (ora, ora)

La luna in giarrettiera,
(ora, ora)
io me la vedo nera
(nera, ora)

che ore sono ancora?
(ora, ora)

La seta della sera
(sera, ora)
io me la vedo nera
(nera, ora)
Zucchero Sugar Fornaciari, Vedo nero

25 settembre 2011

UNA SOBRIA TENUTA DA TESTIMONE DI NOZZE


La "consigliera regionale" (...) Nicole Minetti testimone di nozze della sorella.
Questa ragazza ha davvero uno spiccato senso dell'abbigliarsi in relazione alle circostanze.
Un modello da seguire.

Laura    

24 settembre 2011

THIS IS ME

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"Ah, come posso far 
ad aggiustar le cose rotte?"

Cristiano Mattia Ricci 

AVANZAMENTI SIGNIFICATIVI

1. Tema: mi si è spezzata un'unghia della mia scintillante e fasulla manicure
Considerazioni:
- niente è perfetto a questo mondo
- persino le cose più piccole e insignificanti sono fragili e provvisorie
- lo stato delle mie mani rispecchia ora più e meglio di prima, quando tutte e dieci le dita fresche di manicure erano perfette, il mio stato d'animo attuale: una compresenza di vecchio e nuovo, e soprattutto una crepa dentro l'edificio perfetto, che evidentemente così perfetto non era. E ora, nella sua imperfezione, è più vero di prima, quando APPARENTEMENTE tutte le dieci dita della mia persona, fresche di smalto, non mostravano scalfittura alcuna.
2. Tema: oggi ho attraversato il Conservatorio
"Ho attraversato". Non ci sono semplicemente "andata".
Considerazioni:
- i luoghi sono luoghi, in sè e per sè nè buoni nè cattivi. E' la nostra soggettività, e il solo fatto di incontrarli sul nostro cammino, che li investe di valenze positive o negative.
- E tuttavia bisogna pur dire che i luoghi quando fanno male, fanno male. MINCHIA, se fanno male. Scalfiscono. Anzi, direi che graffiano. Come è successo alla mia unghia, scalfita anche, occorre dirlo, a causa della sua stessa fragilità.
- Poi ci ritorni vent'anni dopo, e come te li trovi, questi luoghi? Te li trovi vuoti, silenziosi, innocui. Luoghi. Punto. Che nel frattempo, in questi vent'anni, sai quante facce, quante storie, quanti casi hanno visto passare fra le loro mura. E del mio, di passaggio, manco più resta una traccia. Anzi, non rimaneva più già il giorno dopo che ero uscita stremata dalla sala Puccini a diploma finito, che non sapevo nemmeno come mi chiamavo da quanto ero stanca sfinita per aver giocato a un gioco che ancora non ho capito quanto fosse il mio.
- I luoghi invecchiano e sono imperfetti; anche loro come le unghie e gli esseri umani. Ti fanno vedere i muri scrostati, i corridoi anneriti, gli arredi vissuti per decenni, insieme alle postazioni Internet, ai totem ultramoderni, esibiti in quel tentativo strenuo, che intenerisce anche un po', che le cose, come le persone, fanno per andare avanti, camminare, in una compresenza mai esaurita, mai assimilata, di schegge di passato e di futuro. I luoghi, come noi, non fanno quello che DEVONO. Fanno quello che POSSONO.
Anche con noi che li viviamo, ci lottiamo, ci soffriamo come delle bestie, fanno quello che possono. Con me, il Conservatorio ha fatto quel che ha potuto. Ma non per accanimento nei miei confronti. Senza un particolare perchè. Perchè la vita va come deve andare, e non ci sono santi nè madonne.
- Eppure, anche se sono imperfetti, i luoghi possono comunque essere belli. Il Conservatorio, secondo me, il meglio di sè lo ha sempre dato in primavera e ancora di più in questa stagione. D'inverno, me lo ricordo come fosse ORA, la luce al neon la fa da padrona, e enfatizza la tristezza del passato conventuale del posto, dove a noi ci chiudevano a chiave a fare gli esami di composizione esattamente come i religiosi ci vivevano separati dal mondo. Sono luoghi così, fatti per la separatezza, la diversità. Ma in autunno ce la può fare persino quel posto, ad essere quasi bello. Oggi pomeriggio non c'era nessuno, a parte la luce. Quella più bella secondo me, che non sa più essere luce estiva e ancora non è propriamente luce crepuscolare. Una via di mezzo, che correva lungo le pareti un po' tristi e i linoleum sempre quelli, sempre loro, e li scaldava, in qualche modo, e scioglieva un po' di quel loro silenzioso stare lì. Una luce radente che dentro di sè aveva tutto il mio tempo passato, e lo illuminava, e mi diceva "Guardalo; forse adesso puoi cominciare a guardarlo senza che ti faccia così male, così paura da toglierti il fiato".
- Poi mi sono fermata davanti alla porta dell'aula quella grande, in fondo al corridoio del secondo piano, dove ho dato l'ottavo. E mi sono dovuta sforzare per credere di essere stata lì. Sono rimasta in piedi lì davanti come una cretina, a tentare di ricordare, di rivedermi lì dentro non so nemmeno dire quanti giorni, quante ore, quante volte, a lasciar giù quanta fatica e sofferenza porca. E lì dentro anche a passare dalla strettoia ESISTENZIALE di quell'esame, cercandomi le risorse e le forze in ogni muscolo, tendine, nervo che avevo in corpo per buttarmi oltre la paura fottuta del mostro nero che mi aspettava al di là della doppia porta. DIO, che paura fottuta del fallimento, dell'errore, dell'imperfezione. Cosa rimaneva davanti a quella porta, oggi pomeriggio, di tutto questo? Niente. Perchè i luoghi sono solo luoghi. Punto. E' dentro la mia vita che è rimasto tutto. Lì NIENTE, non una briciola, non un millesimo, niente si è perso, nel bene e nel male.
- E infatti, cosa ero lì a fare? Ero lì ad attaccare locandine in cui si legge "Responsabile organizzazione stagione concertistica: Laura Montingelli". Una piccola, infinitesima cosa (perchè la vita di questo è fatta, di piccole infinitesime cose) costata immani, direi sproporzionate fatiche. Ma vorrà pur dire qualcosa, se non ero lì ad attaccare locandine della Vodafone o della Tecnocasa.
Il passato, nel male come nel bene, per fortuna non passa mai.


Laura

8 agosto 2011

QUEL SOLITO MALUMORE PRE-VACANZE

...speravo di scamparmela. Invece anche quest'anno, puntuale come un orologio svizzero (e come le tonnellate di gossip estivo di cui al mio ultimo post) ecco assalirmi il solito spleen pre-vacanze.  CHEPPALLE!!! Ma possibile che non me lo possa MAI evitare?
Da una parte mi incazzo con me stessa.
Dall'altra, però, spezzo una lancia a favore delle mie paturnie.
Infatti basta dare giusto un'occhiatina a volo d'aquila ai giornali che vien voglia veramente di buttarsi per terra dallo sconforto.
Ecco qua qualche tema pescato dal mucchio, senza seguire un particolare ordine logico (tanto, non c'è alcuna logica nemmeno nei fatti che vado ad elencare):

- a Roma, in via Carlo Poma, si gira in questi giorni una fiction per la TV sul delitto Cesaroni. Ora, io dico: ma finirà mai questo rimestar nel torbido andando a stuzzicare le morbosità della gente per fare ascolti? E' già certo che questa schifezza farà un'audience da record. Il che indurrà a girarne presto un'altra, ecc. ecc. ecc. Però mi domandavo: ma il produttore avrà ben dovuto chiedere un permesso alla famiglia, no? Ecco, se effettivamente le cose stessero così, cioè se la famiglia avesse dovuto dare il suo consenso, io MAI E POI MAI avrei accettato di vedere una storia simile riguardante mia figlia finire in televisione sotto forma di romanzetto giallo-rosa. Mah... Poi anche gli attori, io non so... come si fa a girare una roba truce di questo tipo NEI LUOGHI IN CUI E' AVVENUTA VERAMENTE? Ora, va bene estraniarsi e recitare. Ma insomma, certi luoghi in cui sono avvenuti certi fatti di sangue anche dopo anni è difficile frequentarli come se niente fosse. Io in via Carlo Poma non so se ci abiterei volentieri. Figuriamoci girarci la fiction su un fatto del genere! Cosa non si fa per soldi...  
- Le Borse di mezzo mondo non stanno ferme un minuto secondo, Obama ci ha i sorci verdi, i capelli bianchi (non per modo di dire) e non dorme la notte, la Cina è inkazzata come una bbestia e si prepara a divorarsi ciò che resta degli USA, e fra poco noi raccoglieremo il glorioso testimone dalla Grecia.
- Qui infatti, non so se state notando, continua inesorabile il declino dell'impero, e del pozzo ancora non si vede il fondo, benchè MOLTE E MOLTE volte abbiamo pensato di averlo toccato. In tutto questo, ci distinguiamo sempre per lo spiccato e innato senso della commedia: Bossi ha trionfalmente inaugurato alla presenza della plaudente Trinità Cota-Calderoli-Brambilla il primo "ministero del Nord", Berlusconi farnetica imitando se stesso sempre più impiastricciato di cerone, imparruccato e tinto, il PD annaspa nella merda del caso Penati, del quale è meglio che non parli perchè trattandosi di Sesto, dove da qualche anno vivo, mi viene veramente da piangere. Vorrei tanto che la cosa si rivelasse una bolla di sapone, ma ho come l'impressione che così non sarà. Se la faccenda dovesse essere confermata, sarà ben dura stabilire una graduatoria di chi sarebbe più squallido: Penati stesso? L'architetto Magni che pare tenesse la cassa (e che a Sesto ha costruito quasi tutto il costruibile negli ultimi anni)? I grandi accusatori Pasini e Di Caterina, che guarda un po' si svegliano solo adesso a cantare? Imbarazzante conferire il primo premio. 
- A Londra si stanno potentemente incazzando e dalle periferie cominciano a incendiare e spaccare vetrine. Beh, come dargli torto? Certo, però, mi fa sempre tristezza pensare alla mia adorata città d'adozione messa a ferro e fuoco. Sono sentimentale, lo so, ma è la verità.  

Ma per fortuna non mancano mai argomenti con cui distrarsi: ecco una succosa selezione dalle pagine "d'intrattenimento" di Repubblica, e dico REPUBBLICA: 
A. pace fatta fra il premier inglese Cameron, il quale (alla faccia dei contestatori di Tottenham con le pezze al culo) è in Italia a farsi delle lussuose ferie in Toscana, e Francesca Ariani. Come sarebbe a dire "E chi cazzo è Francesca Ariani"? Siete veramente gente poco informata dei più essenziali fatti del giorno. Allora ve lo spiego: giorni fa il premier britannico si è fermato in un bar di Montevarchi dove, udite udite, la cameriera non l'ha riconosciuto e quindi non gli ha leccato il culo servendogli il cappuccino come avrebbe fatto la sguattera del Re Sole. La cosa ha trovato subito ampia risonanza sui PRINCIPALI quotidiani del Paese (non quello di Cameron, ovviamente, bensì il nostro, che registra con la sensibilità di un sismografo, e con incontenibile orgoglio servile, ogni cacca depositata in un italico WC da un potente straniero di passaggio), e si è innescata su questo tema avvincente una vera e propria saga a puntate, con "la cameriera che si scusa pubblicamente con Cameron e gli offre un cappuccino di risarcimento" (ieri), e (oggi) "l'abbraccio dopo la gaffe", ossia l'incontro riparatore fra i due che si fanno fotografare sorridenti. MA CHE MERAVIGLIA!!! MENO MALE CHE C'E' ANCHE QUALCHE STORIA A LIETO FINE!!! E come se non bastasse, è nato al bar di Montevarchi teatro dell'appassionante telenovela un dessert dedicato al premier britannico. WOW!!! Peccato non poterlo assaporare! Sarebbe di sicuro un po' come diventare amici intimi di Cameron! E cosa scommettete che ben presto la cameriera Francesca Ariani (????????????) sarà in TV a raccontarci la storia della sua vita, PRIMA e DOPO l'INCREDIBILE incontro CHE LE HA CAMBIATO L'ESISTENZA?   
Ma perchè negarsi il piacere del resoconto originale? Ecco qua (anche a riprova del fatto che PURTROPPO non mi sono inventata niente):
B. Vasco Rossi ha svelato su Facebook che è depresso e da anni è in cura. Mi sono subito pentita di essermi quasi quasi commossa mentre era ricoverato (anzi, dirò di più, mi sono sentita una VERA CRETINA). Cioè, per carità, mi dispiace che sia depresso. Ma la domanda è la solita: c'è un buon motivo per cui ce ne debba fregare di più della depressione di Vasco Rossi che non di quella di milioni di sconosciuti? E poi, se è così depresso, che voglia ha di rilasciare interviste a Red Ronnie e di polemizzare con Ligabue perchè sono lì a guardare chi ce l'ha più lungo dell'altro? Con questa gente non si sa mai dove finisca il tragico e cominci il grottesco. Pertanto, ho deciso che non mi farò commuovere dai guai di Vasco Rossi nemmeno per un altro minuto secondo. 
C. Forse però il massimo vertice di demenza giornalistica lo stiamo toccando in questi giorni con i servizi sulla nuotatrice Federica Pellegrini, che, bontà sua, mi sta uscendo dagli occhi come la Hunziker e Belen. Il punto è: ma questa è un'agonista o un'attricetta? Perchè io mi ricordo che fino a qualche tempo fa gli sportivi facevano gli sportivi, punto. Generalmente non si distinguevano per un acume da aquile, perchè per dedicarsi all'agonismo smettevano presto di andare a scuola, al massimo prendevano un diplomino a calci in culo e poi stavano sempre a fare allenamenti e gare sotto il torchio di allenatori al limite del disumano. A tutt'oggi, duole constatare che non ci siamo discostati molto dal modello anni '50 "Dedico questa vittoria alla mia mamma, sono contento di essere arrivato uno". Con la differenza, però, che questi di oggi sono tutti una discoteca, una festa, un servizio sui giornaletti cretini, una copertina mezzi nudi e mezze nude, truccati e imparruccati per sembrare degli strafichi anche se, fisico scolpito a parte, sono persone del tutto normali; anzi, a volte abbastanza cesse. Siamo d'accordo che la Pellegrini non è cessa; ma certamente NON è quella strafiga che a tutti i costi vogliono far apparire. Non è Belen, insomma. Inoltre, anzi soprattutto: è una ragazza di 23 anni che sa nuotare ad altissimi livelli prestazionali. Dobbiamo per questo farne un Padreterno? Un diva? Un oggetto di adorazione nazionale? MA POSSIBILE CHE QUESTO PAESE NON SAPPIA FARE A MENO DI IDOLI???  E poi, CHISSENEFREGA DEI CAZZI SENTIMENTALI DELLA PELLEGRINI? Ma santa Madonna, ma siamo tutti qui a seguire le mene di gente di 20 anni, che ci sbrodola (profumatamente PAGATA per farlo) tutti i dettagli in interviste, servizi, dichiarazioni a bordo vasca... MA POI, MICA SOLO LEI, la Pellegrini medesima, E LUI, quello con cui si sarebbe unita carnalmente. NO! SI AGGIUNGONO L'EX DI LEI, CON LE SUE LAGNE, E LA FIDANZATA DI QUELLO CHE SI SAREBBE CONGIUNTO CARNALMENTE CON LA PELLEGRINI. Mi seguite? Perchè è complessa, come cosa. Roba che nemmeno Beautiful. Con la differenza che se ne potrebbe anche ridere, e invece, cosa volete che vi dica? Io mi incazzo come una iena per la cretineria dei giornali e di questo popolo di assoluti mentecatti, che non sa far altro che vivere le vite dei divi, veri o presunti che siano (più spesso, oramai, presunti che veri) e pascersi dei cazzi loro. Con il risultato che questa gente QUALUNQUE si sente al centro dell'attenzione manco fosse la più brava, la più bella, la più "tutto" del mondo. 
Beh, in conclusione di questa tirata, devo dire che anche Repubblica francamente mi fa cadere le palle. 

Ma tornando a me, eccomi dunque preda della melancholia agostana. Questa psicologica terra di mezzo deprimente che si stende fra la fine del lavoro e l'inizio delle vacanze è sempre difficile da gestire, specie se casualmente si vive in una città decadente e totalmente priva di charme estivo come Milano. Tra che ci sono le ultime cose da fare e non se ne ha mezza voglia, tra che quando si è finito di farle si è assaliti dall'horror vacui, è tutto un dibattersi nevrotico che mi ricorda tristemente Chaplin nella parodia dell'operaio di catena di montaggio, che quando lo toglievano da lì andava avanti per forza d'inerzia a fare gli stessi gesti. La verità è che è diventato difficile vivere i momenti di passaggio fra la routine ossessiva e il momento di partire, per chi come noi è fortunato (perchè questo va detto, siamo fortunati) e ancora riesce a farsi le vacanze.            
Che poi si disintegrano nello spazio di pochi minuti, e arieccoci daccapo con un altro anno davanti pieno di incognite. Anzi, per me quest'anno ancor di più. Non so, qui più si va avanti e meno certezze si hanno. Bah...

Manco a farlo apposta, mentre scrivo ecco che mi cade l'occhio su una notiziola fresca fresca di Corriere.it: udite udite la clamorosa scoperta scientifica! La depressione d'agosto colpirebbe soprattutto le donne over 35, e sarebbe dovuta all'intensità della luce estiva:

                                              
Ok, ci possiamo anche credere. Però allora come mi si spiega che poi quando torniamo dalle ferie c'è la depressione autunnale, dovuta alla troppa POCA luce? MADDDAI, SU, NON DICIAMO CAZZATE!!! E' che è tutto il sistema che non va. Si è inceppata la macchina, non ce n'è. E noi questa cosa ce la sentiamo addosso. Punto e basta. Oddio, "noi"... dipende... quelli che stanno partendo in questi giorni per le vacanze italiote credo di no. Bontà loro.
Risultato, ecco cosa succede quando una si perde nelle sue mene:



No, non mi sono messa a fare le installazioni d'arte povera.
E' già la seconda volta che faccio cose creative, sì, ma... con il gas. Qualche settimana fa ci ho messo una teiera nuova e ho carbonizzato il manico... bell'e che andata alla prima volta che la mettevo sul fuoco. Però avevo come alibi che la teiera era fatta di merda, con il manico che per fare la teiera fica di design andava a finire a un millimetro dal fornello.   
L'altra sera mi dico: "E' tempo di disinfettare per benino i contenitori delle lenti a contatto... orsù, facciamo questa tipica cosa da pre-vacanze, questa cazzata inutile per riempirmi un dieci minuti e sentirmi a posto con la mia coscienza igienista...". Dopo un'ora, Cristiano va in cucina e sente un sibilo hitchcockiano; pensava già che avessi messo a bollire qualche tisana della nonna o una succulenta pietanzina, va a guardare nel pentolino, e cosa ci trova? Un delicato stufato di porta-lenti. 
TRISTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEESSSSSSSSSSSSSAAAAAAAAAAAAAAAA...
Mi sa che è meglio che mi rimetta un po' in carreggiata...       
Dai, Laura, coraggio, che mancano solo questi due fottutissimi giorni e poi metti il sedere sul treno per Venezia...

Laura

P.S. ma 'sta Croazia sarà poi bella come si vede nelle foto? Mah...

POMERIGGIO QUASI VACANZIERO IN GIRO PER MOSTRE

Triennale Design Museum


24 luglio 2011

E COME TUTTE LE ESTATI... ARIECCO I CIALTRONI ITALICI ON HOLIDAY!

Effffigurati se potevano mancare!
Puntuali come le zanzare, le code dell'esodo, la serrata selvaggia dei negozi ad agosto e altri "topics" dell'estate italiana, ariecco sulle pagine del gossip web e cartaceo i grandi protagonisti della cialtroneria italica on holiday. 
Potevamo farci mancare l'annuale abboffata di tette e culi, tatuaggi e petti muscolosi, labbroni e celluliti in festosa esibizione sulle spiagge di Milano Marittima, Porto Cervo e, per i più esotici, Formentera? 
Ma certo che no! Sono tutti lì, in trasferta sulle spiagge di quelle tre località, SOLO quelle. Si sono dati convegno per il rito mai stanco della finta paparazzata, perchè gli italioti bramosi di esodo estivo possano già sentirsi un po' in vacanza soffermandosi sul tanga di Belen ripreso da tutte le possibili e immaginabili angolature, compresa la variante della contemplativa mano morta del Corona:


la tetta siliconata della Minetti che sguazza in piscina con Bobo Vieri (invece di presentarsi in tribunale a Milano a spiegare come gestiva il bordello di Arcore):


la ciccia flaccida della Marini che si atteggia a diva al bagno (vi ricordo che è per questo fondoschiena che ai tempi del Bagaglino sbavavano milioni di italiani; de gustibus...):


la doccia rigenerante tette al vento della Blasi (che, bontà sua, passa schizofrenicamente già da due mesi buoni da Formentera a Sabaudia), il culo all'aria della Gregoraci sul bagnasciuga sardo con il piccolo Nathan Falco Briatore (è lei l'icona della categoria "mammina figa", che si affianca da qualche tempo a quella della segretaria figa, dell'infermiera figa, della colf figa, già esplorate dal cinema porno-soft anni '80 della Fenech e dell'Antonelli):


La medaglia d'oro al valore per la costanza e l'impegno ai limiti del sacrificio con cui si sottopone annualmente al rito del finto paparazzo va però ancora una volta (sinora nessuno/a è ancora riuscito a batterla!) a Michelle Hunziker, la prima a presentarsi in succinti bikini adolescenziali sulla spiaggia di Varigotti sin dal maggio di ogni anno:


Ora, siamo d'accordo che rispetto al deretano della Marini è un bel vedere.
Ma di Michelle conosciamo ogni movimento estivo, intendendo con "movimento" non solo gli spostamenti Varigotti-Formentera-Varigotti (nei quali appunto è impegnata da maggio a ottobre di ogni anno perchè, nel breve lasso di tempo in cui non è in televisione in Italia o in Germania a condurre cazzate per mentecatti, non ci si scordi di lei), ma proprio i movimenti ora per ora sulle suddette spiagge: le docce rigeneranti, i bagni, i riposi contemplativi sul bagnasciuga, gli svaccamenti sui lettini, le passeggiate e gli sguazzi con la figlia, e quest'anno anche i pranzi, le cene e le pucciate in mare con la bodyguard neonazi, peraltro al centro di un increscioso episodio a cui si è trovato precipitoso rimedio: la scoperta clamorosa, da parte dell'attonita showgirl, che il giovanotto che la scorta notte e giorno da anni a questa parte recava sul bicipite un simbolo nazista, che ha provveduto a ricoprire con una romantica rosa onde evitare di perdere il succulento posto di lavoro (con i tempi che corrono, meglio tenerselo stretto... altrimenti è un attimo che ti ritrovi al call center o a scaricare le cassette all'Ortomercato). Che storia, ragazzi! Che brivido, che emozione, che colpi di scena in quest'estate 2011! Questi divi riservano sempre delle gran sorprese, ogni giorno c'è qualcosa di cui VERAMENTE vale la pena parlare! E poi storie SEMPRE nuove, SEMPRE diverse!
WOW!
Niente di meglio per prepararsi alle agognate vacanze: 10 ore sotto il sole cocente dell'omonima autostrada a versarsi litrate di minerale sulla testa per non squagliarsi e raggiungere intatti le spiagge di Rimini e Riccione, dove:
- sbattersi in un metro quadro di sabbia di riporto a leggere avidamente Chi e Novella 2000 (come per tutto il resto dell'anno si fa in metropolitana andando e tornando dal lavoro)
- pucciarsi nella broda adriatica
- fare due tiri ai racchettoni (stando attenti a non cozzarsi con gli altri due che fanno due tiri pure loro a mezzo metro di distanza)
- svaccarsi di nuovo a leggere due paginette di avvincenti stronzate sui divi italici
- abboffarsi di gnocchi al ragù a mezzogiorno in punto
- buttarsi a fare una pennica digestiva
- ritornare sul lettino a riprendere il filo delle stronzate lasciate a metà
- tornare all'albergo Bellevue, docciarsi, profumarsi, gellarsi, spalmarsi, tirarsi al massimo e uscire a cena e poi a fare il paseo, con incluso acquisto di maglia del calciatore preferito, abbigliamento griffato e accessori all'ultimo grido (che vendono anche nel negozio sotto casa, ma è un trascurabile dettaglio).
CHE SBALLO L'ESTATE ITALIANA!       

Laura

P.S. Ah, dimenticavo! L'estate 2011 degli italici divi è anche contrassegnata dal matrimonio più orrido e improbabile del secolo, quello del ministro Brunetta con la sua... TITTI!!!!!!!!!!!! Beccatevi i neosposi, che si commentano da soli:


P.S. del P.S. Ma anche all'estero quest'anno abbiamo delle perle non trascurabili... ecco la coppia presidenziale francese, il cui charme trovo vada del tutto a farsi fottere quando non è preparata a dovere dalle schiere di parrucchieri-sarti-truccatori-imparruccatori che stira lui e lei per i servizi ufficiali (servizi ufficiali con cui ci stracciano le palle ogni due per tre):

26 giugno 2011

NOZZE D'ALTA CLASSE

Ooooooooooohhhhhhhhhhh, finalmente!!!!!!!
NON VEDEVO L'ORA, TUTTI NOI NON VEDEVAMO L'ORA!!!!!
Meno male che i media non ci stanno risparmiando ALCUN PARTICOLARE su questo imperdibile evento!
Ma ragazzi, parliamo del buon gusto, della finezza di queste nozze!
Roba che nemmeno Uilliam e Cheit!!!
Pizzo di Bruges per il velo della sposa, campagna romana, cappella privata, bella gente, bel mondo, magnifiche bomboniere rosso fuoco di gran pregio, e poi, soprattutto... un testimone d'eccezione per la sposa!!! SILVIO BERLUSCONI, che poi ha onorato la coppia sedendo al suo tavolo durante il rinfresco (si vede che la notte brava trascorsa con Sgarbi e un imprecisato numero di selezionatissime zoccole non lo ha messo a dura prova; ma si sa, il nostro premier è un vero stallone)!!!
Quando c'è la classe c'è la classe, è inutile. Guardare e imparare come si sta al mondo, please.

Sì, vabbeh, è vero...
1. la ministra fa la ministra grazie al fatto di aver prestato degli amorevoli servizietti al premier; a questo si aggiunga il recente... chiamiamolo "flirt" con il ministro Bocchino, costretto a sputtanarsi andando da Fazio a scusarsi con la sua signora per le corna d'alce che le ha messo (con tutto Montecitorio al corrente della spiacevole, decameroniana faccenda)  
2. in barba al suo "allegro" curriculum, la "signora" Carfagna si sposa in chiesa; e con tanto di vestito candido, con evidente allusione alla sua condizione virginale (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!); scusate, voi cattolici, NIENTE DA DIRE AL RIGUARDO?
3. sceglie come testimone colui il quale l'ha portata dalle stalle alle stelle in cambio di prestazioni sessuali; e come se non bastasse, CON IL NEOMARITO CONSENZIENTE E TUTTI GLI INVITATI PAPPONI E ZOCCOLE CHE LO SANNO BENISSIMO E SE LO SONO SUSSURRATO FINO A IERI, SE NON ANCHE DURANTE IL RICEVIMENTO DI NOZZE!!!
4. naturalmente si approfitta del fatto di essere mica dei sarcazzochi, ma "la ministra" e "l'imprenditore" (= palazzinaro), per sposarsi con gran strombazzamento tritamaroni prima, durante e dopo, nonchè dispiegamento di forze dell'ordine pubbliche e private, carabinieri in alta uniforme, auto blu, e chi più ne ha più ne metta. Giusto per sottolineare la rigida divisione in caste della nostra Repubblica delle Banane.

Ma insomma, non si può mica sempre star lì a guardare il pelo nell'uovo, santo Dio.
Il quale Dio vede certa gente andare all'altare, che penso gli prendano veramente le convulsioni.

Vivissime congratulazioni agli sposi, non certamente per lo stile della cerimonia, ma semmai per la diabolica abilità con cui si sono saputi dare una sverniciata di PRESUNTA rispettabilità.
Alla quale solo dei veri babbei possono credere... ma si sa che questo paese ha sempre il suo bel zoccolo duro di mentecatti... 

Laura   

E ADESSO... MUSICA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Aiutoooooooooooooooooooo!!!!!!
In queste settimane ne sono successe un po' di ogni, e quindi con tutta la buona volontà stare appresso al Roman non mi sarebbe proprio stato possibile.
Ma adesso faccio subitissimo un résumé. Mi sento IN COLPISSIMA!!!
First of all:

Domenica 19 giugno prima, trionfale performance del neonato Monday Gospel Choir alla parrocchia di S. Leonardo, quartiere Gallaratese, Milano. 

Soliste: Chiara Montingelli e Manuela Piras "THE VOICES" 
Maestro accompagnatore: Gianni Imbrogno "THE MASTER OF THE UNIVERSE"
Soprani: Simona, Veronica, Elisa 
Contralti: la sottoscritta, Raffaella, Giovanna
Tenori: Raffaele detto Lello, Marco   

In programma:
- Joshua fit the battle of Jericho
- Sometimes I feel like a motherless child
- Jesus, oh what a wonderful child
- My life is in your hands
- Total praise
e gran finale con Oh happy day, cantato insieme al coro dei piccoli formato da Manuela con paziente abnegazione didattica.

C'è un videino amatoriale girato da Cristiano con la nostra digitale, ma pesa un cifrone e non è il caso di caricarlo sul blogghino. 
Vi basti sapere che la giornata è stata veramente un successone!
Il Monday Gospel ha un luminoso futuro.
Abbiamo poi concluso in bellezza con pizzata e karaoke che più nazional-popolare di così non si sarebbe potuto: Ramazzotti/Pausini/Ligabue.
Per quanto mi riguarda, un divertimento TOTALE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!WOOOOOOOWWWW!!

Occhei, ricomponiamoci.



La seconda bella cosa alla quale ho lavorato ultimamente è stata una serata benefica a favore dei bambini giapponesi che hanno perso la famiglia nel terremoto di marzo.
L'idea è stata di un'amica mezzosoprano, e da lì ci siamo attivate in un gruppetto che definirei di "sconvolte ben affiatate": Setsuko, Vilma, "Pesco" e Laura. UN FORMIDABILE QUARTETTO!!!  
Io mi sono occupata dell'Ufficio stampa e della comunicazione, e grazie a "Pesco" siamo riuscite a ottenere la bellissima sala da concerto del Circolo Filologico Milanese; e scusate se è poco!!!
Beh, che dire? Serata veramente EMOZIONANTE!!! Setsuko ha cantato DIVINAMENTE, roba veramente da brividi. C'erano anche due suoi amici pianisti, Luca e Sugiko, che hanno suonato a 4 mani, quindi il programma era bello articolato, e non ci siamo fatti mancare nemmeno l'intermezzo recitato (con un altro Luca).
Anche in questo caso avrei il video, ma sempre causa peso eccessivo carico qui qualche foto significativa della serata. SONO VERAMENTE CONTENTA, anche perchè abbiamo raggiunto l'obbiettivo di solidarietà che ci eravamo prefissate, oltre a ricevere un sacco di complimenti per il concerto. 
Ecco una galleria fotografica del concerto Per il Giappone            


...to be continued...

Laura