24 febbraio 2010

SANTE VERITA'

"(...) la questione dei neri negli Stati Uniti solleva un problema che la rende praticamente insolubile: quello della Stupidità, che affonda le proprie radici nelle viscere della più grande forza spirituale di tutti i tempi, e cioè l'Idiozia. Mai, nel corso della storia, l'intelligenza è giunta a risolvere i problemi degli uomini, se la loro più intima natura è la Stupidità".

"Rifiuto di arrendermi alla moderna escalation della desensibilizzazione".

"Mai, nelle mie frustrazioni, ciò che fa di me un uomo ha interrogato con ferocia più vana e rabbiosa quella cosa che, in mancanza di una parola più ignobile, chiamiamo destino: la battaglia perduta che non ci è comunque permesso di abbandonare".

"Intrappolato nella complessità di un universo che gli sfugge e negli implacabili ingranaggi automatici di una società che sempre più domina e opprime, l'uomo americano, trascinato più di ogni altro nei circuiti prefabbricati di una vita artificiale, (...) cerca di ritrovare in sè un'elementare forza rassicurante. (...). La "proclamazione fallica" è un segno di smarrimento, d'ansia e d'incertezza. (...). Più l'intelligenza si sente impotente a risolvere e a imporsi, e più il coito diventa il surrogato della soluzione".

"Ci sono persone che non capiscono affatto i gesti simbolici."

Romain Gary, Cane bianco, 1970

COME SIAMO FATTI (VERAMENTE)


http://it.wikipedia.org/wiki/Corpo_(esoterismo)

http://digilander.libero.it/isolachenonce/terapie/bioenergetica/chakra/sistema_energ.html

http://www.xmx.it/corpisottiliekirlian.htm

http://xoomer.virgilio.it/sothis/corpisottili.htm

http://surjaage.surjaring.it/index.php?id_selezionata=141

http://scienzasegreta.blogspot.com/2009/07/ghiandola-pineale-e-terzo-occhio.html

http://www.tanogabo.it/Ghiandola_pineale.htm

C'E' QUALCOSA DI NUOVO NELL'ARIA...

22 febbraio 2010

LAURA TRANSFORMER, E ALTRE VARIE ED EVENTUALI

Arieccomi.
Sono rimasta indietro con il mio diario quotidiano perchè ho avuto delle giornate un po' movimentate, ma ora voglio provvedere a un aggiornamento.

Intanto, "nuntio vobis gaudium magnum" che
a. mi sono tagliata i capelli: una bella ranzata, che è stata più che salutare, e a dire di tutti anche una buona mossa estetica, svecchiante e sbarazzina. Un gesto dada, per darmi una spinta psicologica e "buttarmi un po' fuori", come si suol dire. Una mafaldiana protesta contro il grigiore del quotidiano, un sano capriccio, un'uscita dai soliti schemi.
b. un po' in ritardo sui ritmi dell'adolescenza, ma meglio tardi che mai, mi sono fatta il piercing: un brillantino al naso (naturalmente a sinistra, a rivendicare orgogliosamente il mio mancinismo, le mie propensioni creative e la mia profonda, intatta identità ideologica), che con il suo discreto ma vivace baluginio mi fa sentire, se non originale, quantomeno divertita e divertente.
Seguirà presto alle due notizie testimonianza fotografica della piccola rivoluzione estetica.

Abbiamo riportato Ronnie dal veterinario, per il controllo post-cura antimicotica. Il risultato non è stato rassicurante: la mia cicciola è guarita dal fungo che l'ha tormentata nei mesi scorsi, ma in compenso, causa età avanzatissima (è una minuscola centenaria!) ha una brutta infezione all'occhio che difficilmente si potrà curare. Conviene essere realisti, e prepararsi da oggi alla sua partenza per il Paradiso dei criceti; potrebbe accadere tra una settimana, due, un mese, ma non ci si può fare troppe illusioni, godendo invece della sua presenza fin tanto che durerà.
Ho pensato che anche in questo senso l'esperienza, fatta per la prima volta con Ronnie, di un piccolo animale da compagnia, è per me profondamente istruttiva, educativa: mi ha fatto e mi fa crescere e maturare nel mio rapporto così faticoso con il dolore, nella mia totale, drammatica incapacità di accettazione della fine delle cose. Oggi mi è parso di saper reagire bene alla notizia che Ronnie non potrà farci compagnia ancora per molto... vedremo quando ci lascerà...

Ho letto, anzi divorato in due giorni, La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia. Lo scrittore affronta il tema con grande cura documentaristica. Ma soprattutto trasmette al lettore tutto lo sgomento, ma al tempo stesso l'ammirazione, che provò per la vicenda di quest'uomo. Un uomo così incommensurabilmente geniale da essere schiacciato dalla propria preveggenza sulle implicazioni delle scoperte della fisica nucleare, che presto avrebbero portato alla realizzazione della bomba atomica. Non giungendo però alla decisione di togliersi la vita: la convinzione di Sciascia, e anche la mia, è che Majorana, nella consapevolezza dell'impossibilità di trascinare un'umanità cieca oltre l'angustia del proprio orizzonte, abbia scelto la strada di un ritiro dal mondo (ritiro forse non privo di un qualche significato spirituale); comprendendo drammaticamente che la preveggenza del singolo, il suo "sguardo della mente", non può in alcun modo cambiare i ritmi e il corso della storia.
La vicenda dello scienziato è utile a Sciascia per un ragionamento su tante, e tutte fondative questioni: la questione del potere, dato che il caso Majorana si colloca cronologicamente in pieno regime fascista, arrivando sul tavolo di Mussolini (che inutilmente ordinerà di risolverlo ad ogni costo, perdendosi il filo delle ricerche fra la polvere delle stanze del potere e l'inettitudine dei funzionari che le abitano); la questione dell'inabilità del genio al confronto con la "normalità" del vivere, che rese Majorana uomo chiuso, silenzioso, difficile; il dramma, anche, della coscienza della propria precoce genialità, che al genio fa bruciare le tappe della conoscenza, ma anche della vita stessa; e, appunto, la questione della tragica impotenza dell'individuo rispetto ai ritmi della storia, di fronte alla quale Majorana scelse, molto probabilmente, il silenzio dei chiostri di qualche convento fra Roma e Napoli, che seppe accogliere e proteggere un'anima afflitta da un'intelligenza - intesa proprio, letteralmente, come capacità di "intelligere" - tanto più grande di lui.
La portata di questa vicenda umana, rimasta avvolta (come forse era previsto e deciso da imperscrutabili disegni) da un impenetrabile mistero, mi sconvolge e alimenta in me una sconcertante sensazione - dirò di più, una COSCIENZA - dell'infinitesima piccolezza delle nostre vite, e, ancor più, della difficoltà di dare loro un significato, un peso, una ragion d'essere che siamo d'altronde, secondo me, TENUTI a dare alla nostra esistenza. Un dovere morale di fronte all'eccezionale opportunità dello stare al mondo, e anche un antidoto alla polvere che si torna ad essere. Altrimenti, cosa resta? Cosa può restare, quando noi saremo passati?
O forse sarebbe più saggio interrompere questo vano agitarsi, e accettare la verità sulla quale Sciascia stesso si sofferma nelle ultime pagine del libro:

"Questi nostri attori, come del resto avevo già detto, erano soltanto degli spiriti, e si sono dissolti nell'aria, nell'aria sottile. E simili in tutto alla fabbrica senza fondamento di questa visione, le torri incappucciate di nubi, gli splendidi palazzi, i sacri templi, lo stesso globo terrestre e tutto quel che vi si contiene, s'avvieranno al dissolvimento e, al modo di quello spettacolo senza corpo che avete visto ora dissolversi, non lasceranno dietro a sè nemmeno uno strascico di nube. Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, circondata dal sonno è la nostra breve vita".

William Shakespeare, La Tempesta, atto IV

18 febbraio 2010

5000!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

IL ROMAN HA TAGLIATO IL TRAGUARDO DEI
5000
VISITATORI!!!!!!!!!

11 febbraio 2010

NECESSARIE PRESE DI COSCIENZA

In questo blog molte sono le citazioni di illustri personaggi.
Ma questa sera ho pronta, fresca fresca di un'oretta fa, una bella citazione di Cristiano, che non sfigura affatto accanto alle altre.
E' sortita dalle nostre chiacchere serali, seduti al desco all'abituale, improponibile orario di sempre: le 22.30/23.00. Tema: i soliti scambi di opinione sulla follia del mondo che gira impazzito fuori dalla porta della nostra casina.
Ed ecco qua il Cicci-pensiero di stasera, che riporto avendone particolarmente apprezzato la capacità di sintesi di tante complesse riflessioni psico-sociologiche non solo nostre, ma appunto anche di nomi di prestigio, in questa sede spesso citati:

"Uno fa l'artista, dipinge, scrive, ha delle cose da dire. Ma diciamoci la verità... ma oggi come oggi, ma chi se lo caga? Ma a chi cazzo gliene frega?".

Ce la siamo risa insieme; dalla tristezza, s'intende. Ma ce la siamo pur sempre risa, che piuttosto che deprimersi è sempre un passo avanti.

Laura

9 febbraio 2010

NON MI VIENE NEMMENO IL TITOLO DA TANTO STO RIDENDO...

Da Repubblica.it di oggi:
Ciancimino, accuse a Forza Italia
Berlusconi:
"E' solo un ciarlatano"
Scusi, Presidente, Le dispiacerebbe ripetere? Non ho capito bene...

Laura

7 febbraio 2010

TENTAZIONI PASSATISTE

Ma non era forse meglio
quando, tanti anni fa,
facevo la cacca nel pannolino
nascosta in un angolino?

Laura

IL SILENZIO DELLA NOTTE

Tanto per cambiare, come da copione di questi ultimi tempi, sono qua come una cretina alla 1.10 a scrivere e navigare compulsivamente, per mettere il silenziatore al cervello in subbuglio e godermi, nel contempo, il vuoto pneumatico di queste ore in cui tutti e tutto finalmente mi lasciano in pace.
Faccio bene? Faccio male? Un po' di tutti e due, dato che da un punto di vista strettamente fisico si sa che le giuste ore di riposo sarebbero indispensabili, ma c'è anche il punto di vista psichico che vuole pure la sua parte, e non sempre le due dimensioni vanno di pari passo.
Per cui, ad un certo bel momento non sto più lì a menarmela che è tardi e che dovrei decidermi ad andare a letto che altrimenti è sempre un ritmo sregolato, e vada come deve andare.
Sto curiosando fra gli altri blog, giochino che mi piace sempre fare, e scopro giusto poco fa che Raymond Carver, e sto dicendo mica uno scemo qualunque, sto dicendo Raymond Carver, ebbe a dire che "è difficile essere semplici".
Quale immenso conforto mi dà sapere che non solo non sono l'unica a pensarlo... ma sono pure in OTTIMA compagnia!!!
Carver lo diceva a proposito dello scrivere, ma direi che l'aforisma si attaglia molto bene anche alla stessa dimensione esistenziale.
Devo dire anche che questa navigazione notturna si sta rivelando più fruttuosa e interessante di altre; ho già scovato due o tre blog che tra l'altro mi stanno anche un po' facendo ridere e "buttar fuori" dall'umor nero.
C'è un sacco di bella gente intelligente che sdrammatizza sulle proprie disavventure, la propria fatica, è piena di un'ironia che la aiuta a districarsi in mezzo alla melma del quotidiano. Gente da cui prendere esempio, anche per avere SEMPRE ben presente che la vita non è facile per nessuno, oppure per pochissimi con i quali comunque non farei a cambio, e che quindi non contano.
Poi mi vengono un sacco di spunti di riflessione, trovo tante citazioni interessanti, ad esempio questa: "E' meglio bruciare che spegnersi lentamente...".
L'ha detto uno di quelli che non mi hanno mai particolarmente affascinato con il loro maledettismo; che semmai mi han sempre fatto una pena immensa, detto senza cattiveria, ma anzi con grande rispetto e partecipazione. Però, ecco, non è che li abbia mai considerati delle guide spirituali, dei fari nella notte... L'ha detto Kurt Cobain. E porca vacca, forse ci sto arrivando con un po' di ritardo, forse avrei dovuto svegliarmi prima, ma mi sto rendendo conto che è vero. Oh, come è vero!!!
Ma il fatto è che in questo mondo qua, una volta che appunto si è preso coscienza del fatto che è meglio bruciare che spegnersi lentamente, come si fa ad aprirsi un varco? Voglio dire, volendolo fare con lucidità, strategia, ragionamento, non dando improvvisamente i numeri, come si fa, in un contesto così bloccato, conformista, e anche cinico?
D'accordo, si può sempre partire da una bella tagliata di capelli, come ho fatto ieri e non per decisione improvvisa, ma covata per un bel po'. E infatti ho fatto bene. Il gesto ha avuto un evidente valore simbolico.
E' chiaro tuttavia che poichè non ci muoviamo in un orizzonte adolescenziale, può aiutare, ma non basta. La ricerca e il conferimento di un senso al proprio vivere e agire abbisogna di una quantità di tempo e riflessione che non immaginavo, ma soprattutto di SOFFERENZA che immaginavo ancor meno.
Butto l'occhio all'orologio e vedo che si son fatte quasi le due.
Forse sarà ben il caso di darsi una regolata e considerare il letto. Però... ho fame!!! Per forza, oggi (ormai ieri) non ho mangiato praticamente niente... solo una fettona di torta cioccolato e pere con un the, al cinema prima che iniziasse il film. Chiaro che adesso mangerei un lupo.
Sai che c'è di nuovo? Me ne vado a vedere cosa c'è in frigo. Ieri Cristiano ha fatto la spesa, eravamo a zero totale. Qualcosa troverò...

Laura

PAESAGGIO INTERIORE

UNO SMARRIMENTO CHE GIA' ALTRI HANNO VISSUTO

Noi o troveremo una strada,
o ne costruiremo una.
Annibale

3 febbraio 2010

"Se un potere dispotico si insediasse nei paesi democratici, avrebbe certo caratteristiche diverse che nel passato: sarebbe più esteso ma più sopportabile, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli. Un sistema che potrebbe sembrare paterno, ma che al contrario cercherebbe di fissare gli uomini alla loro infanzia, preferendo che si divertano piuttosto che pensare. Quando provo ad immaginare in quale sembiante il dispotismo apparirà nel mondo, vedo una folla immensa di uomini tutti simili, che girano senza posa su se stessi per procurarsi i piaceri minuti e volgari di cui nutrono la propria anima. Ognuno di essi considerato in sé è come estraneo al destino di tutti gli altri, i figli e gli amici più vicini esauriscono per lui l'intera specie umana, e quanto al resto dei concittadini, non li vede: li tocca ma non li sente. E se ancora la famiglia ha qualche significato per lui, è la società a non averne più alcuno."

Alexis de Tocqueville

2 febbraio 2010

LA VOLPE NEL WEB

Questa sera ho scoperto che esiste un blog quasi omonimo del mio:

http://roman-de-renart.blogspot.com/

che ripropone, con un inquadramento storico e molti accurati commenti, le avventure della volpe Renart narrate in versi nel Medioevo da un gruppo di anonimi cantastorie.
Da lì ho fatto un'altra scoperta curiosissima e deliziosa: ignoravo che un russo naturalizzato francese, Ladislas Starevich, avesse trasposto negli anni '30 il Roman in un film d'animazione popolato di marionette straordinariamente espressive e moderne.
Lo stesso Starevich fu un vero, geniale pioniere del "puppet cinema", e fu il primo - anticipando di un secolo Tim Burton! - a trasporre la novella di Gogol Notte prima di Natale in una versione cinematografica con pupazzi.
E sorpresa nella sorpresa: nel 1914 partecipò a un concorso per cineasti d'animazione, e vinse la medaglia d'oro, che gli venne conferita... a Milano!
Godetevi questo brano introduttivo del suo Roman de Renard, in una versione restaurata a regola d'arte:



e la serenata del micio alla sua bella:



Laura