31 dicembre 2008

ED ECCOCI ALLE PORTE DEL 2009


Et voilà!
Andati a Parigi, tornati da Parigi... le cose veramente durano il tempo di un respiro...
La Ville Lumière è sempre bella, sempre scintillante, sempre charmant. Certo sarebbe stato meglio godersela non avvolta dai fumi della febbre da Australiana, ma vabbè...
Ed ora,
PROPOSITI PER L'ANNO NUOVO
(pochi, ma sostanziosi)
- prendere la vita così com'è, per quel che di buono mi dà (tanto, a ben vedere...)
- cercare di accettare tutte le possibili e immaginabili diversità che mi vengono incontro (o mi si mettono di traverso) e che di solito mi risultano così... indigeste; riconoscere i segni di apertura e ricerca di dialogo nell'altro, acuire i sensi per cogliere i segnali dell'altro
- essere tendenzialmente più generosa e riconoscente con me stessa per quel che sono e faccio
- darmi continuamente stimoli e slancio verso il futuro, il nuovo, i cambiamenti; non pensare MAI che tutto sia finito, non sentirmi MAI arrivata a un capolinea irreversibile
E naturalmente anche
DESIDERI PER L'ANNO NUOVO
(ancor meno, ma ancor più sostanziosi)
- serenità ed equilibrio interiori
- salute (per me, si intende, ma anche per i miei cari)
BUON SAN SILVESTRO E BUON 2009 A TUTTI!
Laura

25 dicembre 2008

MERRY CHRISTMAS!!!


Buon Natale a me,
che me lo sono davvero guadagnato...

Buon Natale ai miei cari,
che non mi abbandonano un solo attimo...

Buon Natale a Cristiano,
la mia felicità...

Buon Natale a quelli simpatici,
ma anche a quelli che proprio non li sopporto...

Buon Natale a chi non conosco,
soprattutto se, purtroppo, non ha motivi per festeggiare...

Buon Natale a vicini e lontani...

E che la Speranza sia con noi, e dentro di noi, sempre.

7 dicembre 2008

BUON SANT'AMBROGIO A TUTTI!


E anche quest'anno siamo al ponte dell'Immacolata, e Natale si avvicina a grandi passi...
Tre bei giorni di riposo, cazzeggio e qualche regalino.
Di solito in questi giorni preparo anche albero e presepe, quest'anno invece mi sono portata avanti prima. Con l'albero ho voluto fare qualcosa di nuovo, per cui ho puntato tutto su blu e argento, poi mi sono resa conto che era bello ma un po' freddino, più da vetrina di negozio che da casa, e ho aggiunto qualche pallina dorata, di quelle piccole. Ho ottenuto un effetto più caldo, senza tradire lo stile sobrio che volevo ottenere.
Sotto la base ho messo la carta a cielo stellato da presepe, e ho fatto un po' di spazio per le statuine, che quindi vengono a poggiare sul cielo anzichè sulla terra. Mi pare una cosa carina, un po' originale e sognante. Le statuine sono le solite di terracotta messicana, artigianali e davvero graziose, con dei bei visini dagli occhi grandi e dolci. Naturalmente il Bambinello manca, deve ancora arrivare.
Ieri bella giornata, siamo stati in centro e abbiamo visto che per fortuna quest'anno il Comune di Milano ci risparmia gli orridi addobbi da luna park schizofrenico dell'anno passato. Si è puntato su qualcosa di classico e semplice, solo qualche cascata di lampadine oro sulle finestre dei palazzi che si affacciano sulla piazza Duomo, della Galleria e degli edifici di piazza Scala, Palazzo Marino compreso. Le stesse lampadine oro anche sugli alberi intorno al monumento a Leonardo di fronte al teatro e sul grande abete in piazza Duomo. Non sarà il massimo dell'originalità, niente per esempio a che vedere con le belle luci d'artista di Torino, ma meglio così per carità...
L'unica cosa veramente inguardabile resta il megaschermo pubblicitario che ormai troneggia permanentemente fra il Duomo e l'Arengario. Una cosa terrificante...
Ma insomma, in compenso in via Mercanti c'erano le bancarelle, e poi siamo andati alla libreria Remainders di via Dante, dove abbiamo comprato un librone illustrato di ricette francesi per il nonno e un manuale del fai da te con la carta per la figlia del fratello di Cristiano. Cristiano ha visto anche un bel cofanetto su Andrea Zanzotto, che però gli ho sconsigliato di comprare, onde evitare di ritrovarsi con un doppione se per caso Gesù Bambino dovesse avere la stessa idea...
Certo che di libri meravigliosi ce ne sono sempre in quantità... veramente l'imbarazzo della scelta, e Dio sa se non mi sarei fatta qualche regalo, ma l'austerity quest'anno è veramente più che mai d'obbligo.
Oggi invece giornata casalinga, e da fare non me ne mancava certo... ho anche fatto i pacchettini delle cose comprate ieri.
Domani è già in programma la fiera degli Oh bej Oh bej, con il papà e la mamma. Un appuntamento fisso di tutti gli anni, che mi fa sempre contenta.
E per fortuna il lavoro in queste giornate in famiglia non diventa che un puntino invisibile, lontano lontano nei pensieri.
Laura

1 dicembre 2008

UN SABATO A FIRENZE TRA JORGE EIELSON E RINASCIMENTO

Sabato siamo scappati da una Milano più piovosa, umida e triste che mai per passarci una bella giornata a Firenze, dove abbiamo simbolicamente ritrovato Jorge Eielson, grande artista peruviano che Cristiano ha avuto la fortuna di frequentare amichevolmente nei suoi ultimi anni di vita milanese. L'occasione è stata una bella mostra inaugurata a Palazzo Vecchio grazie al neonato Centro Studi Eielson, creato dalla studiosa di letteratura ispano-americana Martha Canfield.
La Canfield è stata a sua volta grande amica di Eielson, è ora l'erede dei suoi lasciti artistici e vuole fare della fondazione fiorentina un centro studi dedicato alla cultura sudamericana in generale.
Padrino della settimana di manifestazioni e convegni che hanno preceduto l'inaugurazione di sabato mattina è stato, non a caso, Mario Vargas Llosa.
E' stato anche realizzato un bel catalogo, occasione e pretesto per un lavoro di ricatalogazione delle opere di Eielson, e anche per creare una raccolta di testimonianze e omaggi artistici di amici e conoscenti che hanno gravitato intorno a lui.
Fra questi anche Cristiano, che ha avuto la soddisfazione di vedere pubblicato il suo ritratto Jorge in Sardegna, terminato poco tempo dopo la sua scomparsa. Una bella riproduzione, fra l'altro molto fedele nei colori all'originale. Il quadro ve lo mostro qui sopra, vedete come la pittura di Cristiano oscilli fra dimensione figurativa e astratta, realistica e surreale, per cui il ritratto di Jorge da un lato ne ricorda davvero la fisionomia, dall'altro lo proietta in un mondo di fantasia e bizzarri frammenti colorati, fluttuanti in uno sfondo nero senza profondità.
Di Firenze avevo un vago ricordo dai tempi della gita scolastica (!!!), e quindi l'ho rivista (anzi, si può dire, l'ho vista per la prima volta) molto volentieri, benchè anche lì la giornata fosse burrascosa. C'era però un MAGNIFICO cielo plumbeo, con schiarite a tratti, che ha splendidamente reso nelle fotografie, di cui vi do un saggio (è uno scatto di Cristiano che secondo me è la foto in assoluto più bella e suggestiva della giornata).
Dopo la recente visita di lavoro alla Biennale di Venezia, a breve distanza di tempo mi sono trovata in un'altra delle nostre città d'arte, e devo dire che veramente la loro bellezza e suggestione sono ancora forti, e uniche. E lo dico dopo le sorprese e le emozioni che, pure, gli Stati Uniti ci hanno riservato quest'estate. Ma è l'aria che si respira in queste nostre città, sono le voci, le evocazioni, i colori e la luce del cielo del tutto particolare ciò che ancora può giustificare, e anzi rendere unico, credo, il "voyage en Italie". Questo davvero potrebbe essere un Paese unico al mondo, se non fosse così abbruttito dal baratro di sottocultura in cui è precipitata la sua gente.
E pensare che basta guardare allo scatto dei muscoli del Perseo di Cellini, ai suoi piedi la raccapricciante testa mozza della Medusa, o le incredibile torsioni del gruppo del Ratto delle Sabine del Giambologna sotto la loggia dei Lanzi, accostati alle testimonianze scultoree della romanità allineate in una enigmatica teoria contro la parete di fondo della loggia, per sentirsi di nuovo, in un attimo, trasportati indietro di secoli, e capire cosa potè significare vivere in questo Paese per chi aveva allora il privilegio di circondarsi di arte, bellezza e cultura.
Laura

26 novembre 2008

DOPO UN SECOLO, REDIVIVA...

Avrei voluto portare avanti questo reportage sul viaggio in America, ma sono stata del tutto travolta dagli eventi, anche interiori...
E quindi il progettino post-vacanze è andato un po' a farsi benedire, ma vorrei riprenderlo caricando ancora qualche foto fra le più significative e raccontando delle mille cose fatte e viste.
Certo qui è tutt'un'altra musica, e davvero bisogna sforzarsi molto per tenere vivo il ricordo delle belle esperienze che si ha la fortuna di fare... Chicago mi sembra già lontana anni luce, e in compenso Natale, Dio Santo, è già di nuovo alle porte.
Devo dire, non mi sento molto in vena di luminarie. L'atmosfera personale e generale è piuttosto plumbea, e molto probabilmente (ma non mi sento di esserne sicura al cento per cento, perchè i miei connazionali quando si tratta di sperperare soldi in stronzate consumistiche sono davvero in prima linea) sarà un Natale in austerity. Non che mi pesi o mi dispiaccia, siamo talmente pieni di cose, di oggetti... è senza dubbio altro ciò di cui avremmo un gran bisogno, a queste latitudini...
Per cui insomma sarò solo contenta di trascorrere il 25 in famiglia, come da tradizione, e poi volare via per quattro minuscoli giorni di respiro e svago, che SPERO di essere in grado psicologicamente di godermi, e di non buttare al vento... SAREBBE UN VERO DELITTO!
PARIGI CI ASPETTA, PER I NOSTRI DIECI ANNI INSIEME!!! Quest'avventura umana e d'amore con Cristiano è per me pienezza, sollievo, senso del vivere. E' un grande regalo che la vita mi ha fatto, nonostante i nostri momenti difficili.
Che voglia di stare finalmente un po' bene... ci riuscirò?
Laura

3 settembre 2008

DIARIO AMERICANO - SECONDA PUNTATA




Travolta dagli eventi della ripresa autunnale, non riesco a mettermi molto spesso sul blog.
Ma urge proseguire con il mio diario di bordo, cosa utile anche per ricostruire e rivisitare piano piano le tappe del nostro viaggio.
Che come tutti viaggi, è stato anche un cammino dentro noi stessi, una possibilità nuova e diversa di contatto con tante dimensioni interiori ed esterne.
Devo dire che dopo la prima sera a Chicago, emozionante, e il primo giorno in città subito molto intenso, che già vi ho descritto, i tre giorni trascorsi sul lago Michigan ospiti di Annamaria sono stati un vero toccasana psicofisico; davvero il meglio a cui potessimo aspirare per guarire dallo stress di un anno lavorativo milanese e da un continuo feedback negativo mente-corpo.
I grandi spazi verdi, la luce, le acque del lago - immenso, quasi un mare - i rumori e i suoni di una natura ancora pressochè incontaminata e molto vicina all'Uomo, che emergono soprattutto dal buio della sera e della notte schiarito solo dalla luce delle stelle; ma anche i bei "paesaggi" umani e sociali, le cose buone da mangiare e la caldissima ospitalità di cui abbiamo goduto, ci hanno avvolti con un incredibile fascino e la forza del loro essere per noi un'assoluta novità.
C'è stato il tempo per scoprire persone carine fino a pochi giorni prima sconosciute: è avvenuto uno scambio di idee, di storie vecchie e nuove, di ieri e di oggi, di curiosità, di conoscenze culinarie, e anche di piccoli, affettuosi regalini.
Dalla mamma di Annamaria abbiamo ricevuto: io un orologio simile a quello che avevo apprezzato al suo polso, Cristiano una T-shirt, particolarmente gradita anche per il fatto di poter sfoggiare qualcosa di più carino delle tristi magliette portate dall'Italia, effettivamente non il meglio del suo guardaroba!
La casa di Annamaria è un ottimo, riuscitissimo esempio di cottage arredato secondo un gusto semplice e fine: tinte chiare, fra il bianco e varie sfumature del verde salvia, poco mobilio, spesso proveniente dai mercatini locali dell'usato, fra stile contadino e modernariato alla Eames, oggetti e quadri che parlano dell'attenzione della padrona di casa al bello delle piccole cose. La dimostrazione che è possibile conciliare armoniosamente il meglio dell'interior design "american country" e lo stile della casa di campagna all'europea, qui fusi in pochi metri quadri distribuiti su un unico piano, sfruttati in maniera intelligente e funzionale.
Più tradizionali in senso americano, sono tuttavia nel loro genere assolutamente deliziose, e per nulla kitsch, anche le case della mamma e della sorella di Annamaria; nel giardino di sua sorella abbiamo fatto una buona colazione il lunedì mattina 18 agosto, con uno splendido sole e dolci americani, seguendo le avventure di due grossi ragni in mezzo a delle aiuole spettacolari, di cui nelle foto qui sopra vi mostro qualche angolo.
Insomma, un angolo di pace e serenità campestre che per noi e per il tipo di vita che si conduce abitualmente sono diventati quasi miraggi lontani.
Ci siamo letteralmente scatenati nei locali, paradisiaci mercatini dell'usato, veramente eccezionali per quantità e varietà degli articoli, molto diversi dai nostri e quindi per noi molto curiosi. In alcuni casi ci siamo veramente mangiati le mani di non poter comprare oggetti favolosi che sarebbe stato un problema portare a casa. Vere rarità a prezzi stracciatissimi!!!
Il martedì 19 sera siamo tornati a Chicago, e abbiamo cenato a casa di Annamaria e di suo marito Luigi: una gigantesca pizza da asporto con cipolle e salsiccia (niente affatto male!!!) in compagnia della cagnetta Sofia, molto dolce e tranquilla. Dopo cena siamo andati a vedere il laboratorio di oreficeria di Annamaria, una cosa interessante perchè non avevamo mai visto nemmeno in Italia un studio di questo tipo.
Dal mercoledì 20 eravamo di nuovo in pista per nuove avventure cittadine.
Laura

25 agosto 2008

DIARIO AMERICANO - PRIMA PUNTATA

And so... here we are... quasi non abbiamo fatto in tempo a renderci conto di essere nel Nuovo Mondo, e già è ora di tornare... Però mi sembra di essere stata qui un mese, anzichè pochi giorni, tante sono le cose che abbiamo visto e fatto, e tante sono state le scoperte, e tanti gli incontri.Abbiamo avuto la possibilità di conoscere quest'angolo d'America "dall'interno", sbirciando nelle case e nella vita di diverse persone che abitano qui, e che hanno storie e modi di vivere fra loro molto diversi: Luigi, italo-americano che si è "fatto da sè" vent'anni fa, sposato ad Annamaria, italiana d'origine ma nata in America; persone ormai anziane che hanno però vissuto esperienze giovanili in Italia e le hanno ricordate con emozione; giovani di diverse origini, fra cui una coppia di messicani nostri coetanei - Salvador, avvocato, spesso coinvolto in cause civili a difesa di persone in difficoltà, e Mayra, insegnante - e poi Nick e Ted, il primo pure messicano, il secondo di origine russa, che lavorano come camerieri in uno dei più lussuosi alberghi - ristorante di Chicago.
Un po' di tutto, insomma, perchè l'America è davvero un Paese dove di tutto si può vedere, conoscere, incontrare... teste diverse, culture diverse, e appunto diversi stili di vita.
C'è spazio per tutti, e un buon livello-base di qualità della vita è garantito a buona parte della popolazione, almeno nelle grandi e ricche città come questa. Law & Order, e puoi vivere piuttosto bene; soprattutto puoi vivere secondo il tuo stile di vita, le tue convinzioni, le tue idee, i tuoi credo, e nessuno sindaca, nessuno ti rompe le palle, non c'è un gregge a cui per forza aggregarsi, non c'è una massa che vive in un modo solo sperando sempre di poter diventare come si vede in televisione. Che, pure, da queste parti non si può non dire presente.L'impressione che qui, e DA qui, si ha dell'Italia, è quella di un Paese piccolo piccolo; un Paese arretrato e lontanissimo, certo bello da vedere, da visitare e scoprire, unico per le sue bellezze artistiche e naturali e la buona cucina, ma per tutto il resto ben poco interessante.In generale, comunque, le immense ricchezze di cui ancora può largamente godere hanno abituato questa gente a sentirsi forte, e decisamente autosufficiente.
Del resto, quando si vive in una città come Chicago si ha davvero molto a disposizione. La tranquillità economica, e poi tante cose che elevano la qualità della vita, al di là del lavoro che si svolge: spazi verdi e un lago meraviglioso, vastissimo, quasi un mare; cultura, musica, arte, eventi alla portata di tutte le tasche, anzi spesso gratuiti e di livello buono, quando non eccellente; grandi spazi per vivere bene senza arrecare disturbo agli altri, strade ampie dove può diventare un piacere anche andare in macchina, e una squisita gentilezza che va di pari passo con un'attenzione per noi - purtroppo - sorprendente per ciò che è di pubblica proprietà e utilità.
Certo, il Paradiso non esiste nemmeno qui. Le contraddizioni ci sono, e a volte sono forti, il futuro politico del Paese in questo momento non è chiaro perchè Obama e McCain sono più o meno in pari e l'elettorato è incerto, il problema dell'immigrazione aumenta e preme sull'economia con effetti pesanti, le sacche di povertà continuano ad esistere. E i più consapevoli sono preoccupati, perchè sanno che le risorse non saranno infinite nemmeno qui, e a livello internazionale i colossi orientali daranno del filo da torcere, portando verso nuovi assetti ancora tutti da sperimentare e che per adesso risultano difficili da prevedere.

Ma dall'osservatorio di un turista tutto questo è solo un'eco lontana in mezzo a un coro festoso e solenne di luci, colori, cieli sempre diversi, tramonti che si riflettono sulle acque del lago popolato di barche e di vele, immensi palazzi di vetro e cristallo, grattacieli che paiono davvero bucare le nuvole e non finire mai, musica, vita, movimento, una mescolanza pulsante di etnie e, appunto, stili di vita, ideologie, culture, modi di vestire e di pettinarsi.

Siamo arrivati venerdì 15 agosto, e la sera stessa, ignorando il jet lag, siamo subito andati downtown a vedere lo spettacolo notturno della città. La prima scoperta è stata quella della metropolitana all'aperto, sospesa in mezzo ai grattacieli illuminati: l'elevator, come la chiamano qui, che ad un certo punto, giunta proprio in centro, abbandona il rettilineo e gira ad angolo quasi retto, seguendo l'itinerario del cosiddetto loop, l'anello che unisce le stazioni centrali, toccate da diverse linee. Abbiamo anche fatto in tempo a sentire una parte di concerto al Jay Pritzker Pavilion, il teatro di Frank Gehry al Millennium Park: un'orchestra e un coro giganteschi con un programma di cori celebri. Un po' americano nell'impostazione vagamente kitsch, però belle musiche, buona esecuzione, e soprattutto un luogo magico, spettacolare.
Il 16, primo giorno interamente trascorso in centro. Un assaggio della grande metropoli prima di partire per tre giorni di vita di campagna sul lago Michigan. Abbiamo cominciato con il Museum of Contemporary Art (MCA, http://www.mcachicago.org/), con una bella temporanea dedicata a Jeff Koons. Coniglietti di alluminio, specchi a forma di pecora, un vero e proprio monumento pop a Michael Jackson e le solite foto super porno dei bei tempi del matrimonio con Cicciolina; poi abbiamo visto anche alcune delle opere della collezione del museo, che a rotazione espone sempre una parte della collezione stessa.
Dopo, per renderci conto del volto della città, abbiamo fatto una boat trip che ci ha portati anche sul lago per godere dello spettacolo dello sky line; cielo un po' temporalesco, tante nuvole in movimento, luce quasi da tramonto, e questi incredibili edifici che sembrano fare a gara nel loro svettare verso l'alto. Fra i grattacieli visti dal fiume, quello di Mies van der Rohe e quello in costruzione voluto da Donald Trump. Fra l'altro, presto il panorama sulle rive del lago sarà arricchito da una nuova meravigliosa torre di Santiago Calatrava.Alla sera siamo stati nella zona del lungo-lago, il Navy Pier, pieno di ristoranti, attrazioni e luci, e abbiamo mangiato da Riva, un ristorante di origine italiana noto ai turisti; per essere americana, abbiamo mangiato un'ottima zuppa di pesce, ed è stato qui che abbiamo scoperto che da queste parti l'acqua con ghiaccio è gratis, e viene servita nuovamente non appena il tuo bicchiere è vuoto. Una piccola, ma interessante e significativa dimostrazione di civiltà.Dopo cena, fuochi d'artificio sulle acque del Michigan, i più belli che abbia mai visto.E così abbiamo chiuso gli occhi sulla nostra prima serata americana.Ma naturalmente il racconto è molto lungo, questo non è che il primo capitolo.Il resto, alla prossima puntata. Che vedrà la luce quando già saremo a casa.Passo e chiudo!
Laura

11 agosto 2008

CI SIAMO QUASI...

Mancano pochi giorni a Ferragosto, e alla nostra partenza per l'America.
Spero che questo viaggio porti una ventata di novità e di cose un po' diverse, anche se ovviamente molto dipenderà da come me lo vivrò.
Certo da qui non si desidera che scappare. Anno dopo anno, questa città nel tempo dell'estate diventa sempre più squallida e triste. La sua bruttezza, la sua mancanza di cultura, la sua sostanziale infelicità si manifestano con particolare crudezza, come se il vuoto delle strade arroventate permettesse loro di gonfiarsi a dismisura, di diventare delle specie di mostruosi blob che la invadono senza incontrare più l'ostacolo della folla, del traffico, del rumore.
Non sono un'amante della ressa in cui viviamo perennemente immersi e soffocati durante l'inverno; ma non riesco ad apprezzare, come altri, il vuoto delle strade e le serrande abbassate con il cartello del Chiuso per ferie.
E' pur vero che molte persone, a differenza degli anni scorsi, restano in città e in molti casi non smettono neanche di lavorare. Ma è la città che non sa adeguarsi a questi cambiamenti sociali importanti, che fra l'altro non sono nemmeno un segnale positivo perchè indicano che tanta gente non può più nemmeno permettersi un minimo di riposo. E se un tempo i negozi potevano anche rimanere chiusi quasi un mese intero, tanto ben pochi potevano averne bisogno, oggi come oggi queste serrande abbassate mi paiono anche un segno di egoismo e di indifferenza nei riguardi di chi rimane, di chi non può permettersi di spezzare la continuità della fatica lavorativa.
Il lavoro e il riposo sono entrambi diventati un lusso, laddove dovrebbero essere semplicemente dei diritti sociali acquisiti, distribuiti con equità e con la considerazione e il rispetto delle capacità di ognuno.
So perfettamente di non inventare nulla, anzi di scrivere delle grandi banalità. Ma constatare di vivere in un sistema ingiusto, squilibrato e incapace di rendere la gente non dico felice (dato che la ricerca e la conquista della felicità devono in parte rimanere un'utopia squisitamente individuale, da non demandare come uno scaricabarile alla società), ma almeno serena, in quanto garantita nei diritti fondamentali al lavoro, alla salute, e perchè no anche allo svago, non smette di indignarmi profondamente.
In questo posto non si può che lavorare.
Il lavoro diventa un formidabile anestetico rispetto alla solitudine, al vuoto, alla mancanza di dialogo con i propri simili, di un dialogo VERO, non di poche scemenze che ci si urla davanti a un beverone nel frastuono dell'happy hour, tanto per passare mezz'ora insieme dopo secoli che non ci si frequenta.
Forse sono io che sono incontentabile, che pretendo troppo, che avevo pensato che i rapporti umani fossero qualcosa di diverso.
Eppure mi sembra anche che le cose vadano di molto peggiorando, e che tanta gente viva lo stesso disagio.
Anche la fuga diventa difficile, perchè questo modello, fatto di rumore perenne, consumi voraci, corsa all'acquisto, pubblicità incessante, ossessiva, martellante, televisione monnezza, trionfo del trash, dell'orrore etico ed estetico, mostri edilizi e mancanza di spazio vitale, ormai viene esportato, deborda, esce dai confini delle città che non gli bastano più e invade e inquina e infetta anche i luoghi del silenzio, della natura, della pace e del riposo. E così le mete dei propri sogni diventano sempre più lontane, sempre più irraggiungibili, e si confondono con dei luoghi psichici, immaginari, diventano un luogo della salvezza morale e spirituale che non capisco più se stia fuori o dentro di noi.
Io veramente non avrei pensato di riuscire a vivere così male.
Ho pensato ingenuamente di poter vivere bene NONOSTANTE tutto questo, secondo I MIEI parametri, I MIEI principi, I MIEI valori; ma questa società ti emargina, ti isola, ti ignora se non riesce a cooptarti con la violenza, a comprarti, ad espugnarti. Ti corrompe oppure ti fa morire d'inedia.
L'unica salvezza resta una passione vera, profonda, indistruttibile, qualcosa che ti dà un senso al di là del lavoro, al di là dell'orrore del nulla. Chi ce l'ha, come Cristiano, è salvo.
Chi non ce l'ha, o l'ha persa per strada come si perde alle volte la fede, è perduto.
Io veramente mi sento spesso perduta.
Per questo mi auguravo, e torno ad augurarmi, di saper trarre qualcosa di psicologicamente buono dal viaggio che mi aspetta.
Laura

18 luglio 2008

PASSIONI AL LIMITE DELL'INCOMPRENSIBILE?

E' sconvolgente la notizia dell'altroieri dell'incidente mortale dell'alpinista Karl Unterkircher sui terribili ghiacciai del Nanga Parbat, in Pakistan. Leggo oggi che il Nanga è la settima montagna più alta del mondo e il suo nome significa "la montagna nuda", ma è nota anche come "la montagna mangiauomini", essendo già stata scenario di incidenti mortali per altri esploratori che avevano osato sfidarne le altitudini. Unterkircher era un alpinista di enorme esperienza e incredibile coraggio, che aveva già affrontato e vinto sfide incredibili con i due compagni superstiti di questa spedizione, i quali ora, dopo aver visto il loro capocordata morire precipitando in un crepaccio, attendono i soccorsi a quota 6950 metri.
Su Internet sono stati pubblicati gli ultimi post lasciati da Karl sul suo blog, alla vigilia di quest'impresa. Leggerli è veramente scioccante.
Sembra quasi che l'alpinista sentisse un presagio incombere sulla scalata di questi impervissimi 7000 metri; le sue parole sono quelle di un uomo non nuovo ad imprese eccezionali, certamente temerario eppure mai incosciente, e quindi, proprio per questo, questa volta titubante e preoccupato, soprattutto per un ghiacciaio che, scrive Karl, facilmente ostacolerà la salita. Il pensiero di questo ostacolo lo tormenta, gli impedisce di darsi alla lettura nel campo base, in una delle ultime sere che lo separano dall'inizio dell'impresa.
C'è un passaggio di questo diario in cui Karl dice che la cosa più ragionevole sarebbe rinunciare; ma poi, contradditoriamente, quasi in chiusura dell'ultimo messaggio torna sui propri passi, e scrive che dopo tutta la preparazione di questa impresa, tirarsi indietro alla vigilia della scalata sarebbe impensabile.
Pensa alla famiglia, alla moglie e ai figli che oggi lo piangono, dice di sentirsi responsabile per loro, ma al tempo stesso conclude il suo diario dicendo che chi non frequenta la montagna non può capire. La montagna chiama, e quindi "Inshallah": sarà come Dio vorrà.
A pochi giorni di distanza da queste parole la montagna, tante volte domata da Karl, questa volta lo ha divorato. Nemmeno i suoi compagni hanno potuto sottrarlo a una morte certa dopo la caduta nel crepaccio; hanno dovuto continuare per salvarsi, lasciandosi alle spalle il suo corpo già sepolto dalla neve.
Cosa si deve pensare di fronte a una testimonianza umana di questo tipo?
Per prima cosa io ho pensato alla moglie di Karl e ai suoi tre bambini piccoli, che non riavranno nemmeno un corpo su cui piangere. E ho pensato che non si può, non si deve mettere così a rischio la vita e sacrificare un patrimonio di affetti per arrivare alla vetta di una montagna.
Ma subito dopo ho pensato diversamente.
Ho riflettuto ancora su quelle parole scioccanti che chiudono il diario di Unterkircher. Chi non frequenta la montagna non può capire; la montagna chiama: Inshallah.
Queste parole esprimono una fede, una tensione insopprimibile verso, in qualche modo, una dimensione trascendente.
Cosa si può provare a 6000 metri di altezza, circondati solo da neve, ghiacci perenni e silenzio? Cosa si deve sentire perchè non basti averlo provato una, due, sette, otto volte e aver avuto salva la vita, e volerci tornare ancora sapendo bene, come Karl sapeva, di correre sul filo di un rasoio?
Evidentemente qualcosa che può spingere un uomo a mettere a repentaglio la propria vita, e in second'ordine anche una moglie e dei figli. Del resto, la moglie ha già dichiarato che Karl ha fatto sino in fondo quello che voleva fare, con quella stoica accettazione della tragedia che spesso contraddistingue le eroiche mogli di questi uomini fuori dal comune.
Devo dire che una parte di me ha profondamente capito la scelta di quest'uomo.
Posso rimanere scettica sulla motivazione agonistica, sul gusto della sfida senza limiti, sull'inseguimento del primato fine a se stesso.
Ma sono certa, sono sicura che il primo motore che spinge questi uomini alle loro imprese non è questo. Da solo, non porterebbe a sfidare la morte.
E' evidente che queste sfide portano fuori dalla dimensione "normale" del vivere, e mettono le ali allo spirito.
Per qualcosa di così grande, certo, il prezzo da pagare può essere altissimo, come dimostra quest'ultimo episodio.
Ma, mi domando saltando con l'occhio dalla cronaca di questa sventura alle miserevoli, squallide notizie della cronaca locale e estera, è meglio vivere una vita intera soffocati dalla noia della normalità, o piuttosto morire a 37 anni essendo più volte arrivati a sfiorare le ali degli angeli?
E' meglio arrivare alla fine di ogni giornata sapendo già che la successiva, più o meno, ne sarà la fotocopia, e così pure quella dopo, e quella dopo ancora, o vivere una vita più breve, ma INTENSAMENTE vissuta?
Certo, le esperienze estreme non sono per tutti.
Ma la tragica eccezionalità di una vita come questa mi dà ancor più da pensare sulla modestia della mia, mi fa pensare che è un delitto anche far scorrere un'esistenza senza il coraggio di qualche salto nel buio; senza per forza andare incontro a una morte prematura.
Ma avere la forza di dare A TUTTI I COSTI colore alla nostra esistenza, dato che una è, e di riserva non ne abbiamo per poter un giorno dire "Vivrò meglio la prossima volta"; per non doversi pentire, per non avere un debito con se stessi.
La tragedia del Nanga Parbat è qualcosa che ha tanto da insegnare. I giornali di questi giorni valgono la pena di essere letti solo per questo.
Laura

30 giugno 2008

PENSIERI DI FINE GIORNATA...


Sono passati un po' di giorni dal mio ultimo post, ma al lavoro ho avuto giornate abbastanza piene; e poi di colpo, dopo un mese di piogge autunnali, è scoppiata l'estate.
Il solito caldo torrido, il solito cielo fermo, incolore, e l'inizio di quel tempo sospeso che dura fino al momento della partenza per le sospirate vacanze; un tempo in cui bisogna comunque lavorare anche se la fatica e la stanchezza dell'inverno trascorso si fanno sentire, e nel quale però sembra anche di avere più possibilità di fare cose per sè. Ma di fatto non si riesce mai a realizzare del tutto, a concretizzare questa sensazione, a darle corpo facendo davvero tante cose, tutte quelle mille "cosechissàcosa"... il caldo toglie le forze fisiche e fiacca anche un po' la vitalità interiore; ci si sente prigionieri di una invisibile melassa, ci si vorrebbe ormai liberare dai doveri ma poi, nelle ore libere del fine settimana, si desiderano solo il riposo, la stasi.
In questo tempo sospeso sento a volte in agguato i pensieri che si fanno largo proprio quando le cose intorno a noi piano piano rallentano, si fermano... i pensieri più malinconici, sulla solitudine che sento andare e venire in me come il moto incessante di una marea: dolce, eppure insistente. Ora la sento di più, ora di meno; però c'è, nonostante il rumore della quotidianità. A questo rumore, fatto di mille rumori che assordano la nostra vita, corrisponde spesso un silenzio interiore che è difficile accettare, perchè si vorrebbe avere dentro di noi un paesaggio più animato, più vivace e vissuto da voci, colori, pensieri e attenzioni degli altri. Un paesaggio vivo, autentico, sensibile.
Invece le nostre vite procedono su binari paralleli... degli altri so poco, quasi niente a dire il vero, i loro pensieri non arrivano fino a me... cosa fanno, cosa pensano, come si sentono alla fine di una giornata, quando tornano alle loro case e pensano a sè e alla propria vita? Mistero... Chissà se anche loro sentono questo silenzio così difficile, questa mancanza di scambio vitale, di immersione nelle profondità dello scambio umano...
Io spesso la sento molto... vorrei avere qualcuno da chiamare, con cui confrontarmi, a cui descrivere la mia giornata per poi ascoltare ciò che ha da dire... per fortuna tutto questo è possibile con Cristiano, che alla sera mi aspetta a casa o che io aspetto, e mi porta se stesso e la sua vita, i suoi racconti, i suoi incontri, i suoi piccoli aneddoti colorati... e io dal canto mio apro la sportina della mia giornata, e tiro fuori tutto quel che è stato...
Stasera guardavo i volti, spesso stanchi, segnati quando non assenti o infelici, delle persone sul metrò, e pensavo che in realtà posso già considerarmi molto fortunata. Ho dei punti di riferimento sicuri, molto amore intorno a me, una testa vigile, un cuore che cerco comunque, nonostante queste sensazioni deludenti, di mantenere aperto.
Di questo devo farmi forte, con questo posso arginare i miei "silenzi difficili".
Ma resta il dispiacere, il sottile dolore di aver pensato che la vita, a contatto con gli altri, potesse essere qualcosa di molto più intenso, brillante, pieno di emozioni, e non tramutarsi in un'aspettativa delusa. Nella quale però, a volte, si apre come uno squarcio inaspettato un momento di emozione; come quando, l'altra mattina, ho accarezzato la mano di Teresa, fragile creatura piena di sofferenza, eterna bambina accartocciata su una sedia a rotelle, la cui manina, tuttavia, ha saputo regalarmi un'inspiegabile, profonda commozione. E sto pensando adesso, mentre scrivo, che devo fare un regalo a Teresa; la voglio ringraziare, perchè lei per prima mi ha fatto un grande regalo.
La giornata di oggi è stata particolarmente lunga, a tratti faticosa...
Queste ore sarebbero le migliori per scrivere, leggere, dedicarsi a sè. Ma voglio concedermi un riposo che pure è davvero indispensabile...
Buonanotte...
Laura

15 giugno 2008

E' ARRIVATO RONNIE!!!

Eccomi qua, dopo qualche giorno di assenza. Il lavoro mi ha assorbita molto, perchè sono stata presente come hostess dello stand di Garretti Associati alla fiera EIRE (Expo Italia Real Estate) 2008. E' una grande esposizione del settore immobiliare, che si tiene una volta all'anno alla nuova Fiera di Rho progettata da Massimiliano Fuksas.
Devo dire che mi sono divertita; l'ambiente delle fiere è sempre stimolante, indipendentemente dal settore, perchè si fanno degli incontri, si parla con le persone, si conoscono e si vedono cose nuove, anche provenienti dall'estero, e si respira un'aria un po' diversa da quella quotidiana.
Ho visto dei modellini e dei plastici fantastici, soprattutto di straordinari edifici e complessi che sorgeranno negli Emirati Arabi, ma anche tanti progetti interessanti che si dovrebbero realizzare in Italia e in particolare a Milano: Santa Giulia di Sir Norman Foster, la nuova Fiera di Milano di Adid/Isozaki/Liebeskind, o le ex aree Falck di Sesto San Giovanni che dovrebbero essere completamente trasformate da un bel progetto di Renzo Piano, che noi speriamo davvero si realizzi perchè verrebbe ad essere proprio accanto a casa nostra!
Tornando alla fiera, ho anche assaggiato un po' di cose buone, ad esempio il jamon serrano offerto allo stand della Comunidad de Madrid, che era proprio di fronte al nostro, e una squisitissima torta alla ricotta, davvero eccezionale.
Ho raccolto molto materiale utile anche a Cristiano, fra cui parecchie riviste di architettura e interior design davvero belle, e fra una visita e l'altra allo stand Garretti ho letto molto. In occasioni come queste ci si fa sempre una cultura del bello e si impara ad affinare il proprio gusto, per cui insomma nel complesso è stata un'esperienza positiva...
Ma tralasciando il lavoro, c'è in casa una grossa novità!!! Si chiama Ronnie, ha pochi mesi e vive più di notte che di giorno; lo fanno impazzire la ruotina per farsi i muscoli, la lattuga e le caramelline alla carota, se gli avvicini la mano alla gabbietta ti lecca per scoprire che gusto hai e a volte ti mordicchia pure...
Come avrete intuito, Ronnie è un nuovo ospite di casa Ricci-Montingelli, per la precisione un criceto. Pensavo che i criceti fossero piuttosto indifferenti alla presenza umana, invece mi sbagliavo, almeno il nostro Ronnie è molto ricettivo e socievole, sale volentieri anche sulle nostre mani e si fa senza paura delle belle scorribande nel bagno di servizio, del quale però dovremo chiudere tutti i buchi e buchini onde evitare che, come l'altra sera, vada a ficcarsi in qualche pertugio da cui poi non vuole più uscire! Momento di panico, felicemente superato solo perchè ad un certo punto se ne è uscito da solo!
A parte questo piccolo incidente di percorso, pare che l'ambientazione sia riuscita senza problemi.
Ronnie è davvero simpatico, vale sempre la pena di fare una piccola sosta alla sua gabbietta per farsi due risate.
Fotografarlo oggi è stata un'impresa perchè non sta fermo un attimo, e farlo mettere in posa è assolutamente impensabile, per cui la foto è un po' mossa e schiarita con Photoshop. Ma credo che dia comunque un'idea del nostro amico!
Welcome Ronnie!
Laura

6 giugno 2008

PICCOLA MA IMPORTANTE COMUNICAZIONE DI SERVIZIO PER I MIEI (EVENTUALI) LETTORI

Ciao a tutti! Solo una rapida ma importante annotazione per chi mi leggesse e volesse lasciare un commento ai miei post: ho scoperto che soltanto chi a sua volta possiede un blog di http://www.blogger.com/ e un account Google può lasciarmi commenti.
Cristiano per esempio ci è riuscito perchè appunto ha un suo blog.
Alessandra e Veruska invece ci hanno provato, ma i loro commenti non si visualizzano perchè si sono correttamente registrate, ma non hanno un loro blog.
Dunque chi di voi volesse contattarmi dopo avermi fatto una visitina qui, può sempre scrivermi al mio indirizzo di posta elettronica lau74@libero.it.
Many thanks!
Laura

5 giugno 2008

Oggi sono di un umore "muffoso" (aggettivo di mia invenzione estemporanea, derivato da "muffa").
Troppa pioggia, troppa umidità, troppo cielo grigio!!! Basta! Voglio che ci sia un po' di estate! Voglio ACCORGERMI che è giugno!
E poi ci ho una fiacca! Che stanchezza! Voglio dormire! Perchè il sonno non mi basta mai? Come fanno quelli che sono sempre belli vispi, anche alla mattina? Io alla mattina sono come Mafalda appena sveglia, avete presente?
E stasera all'uscita dall'ufficio tocca ancora andare in palestra, a fare la ginnastichina fisioterapica per il mio piede sifulo, che non si riprende dallo strappo di due mesi fa!
Uff! Mi devo concentrare sul pensiero del fine settimana... rispetto a questo infatti ci sono delle buone prospettive: forse avrò già la carta da parati per tappezzare, e verranno a trovarmi papi e mami per vedere una valanga di foto che abbiamo fatto in questi mesi.
Del mio blogghino sono contenta, ma vorrei che avesse più visitatori. Fra l'altro ho trovato degli altri blogghini molto graziosi di ragazze suppergiù mie coetanee e voglio contattarle, potrebbe anche essere un modo per fare amicizia...
Cristiano mi ha appena lasciato un commento di incoraggiamento... grazie Cicci!
Laura

3 giugno 2008

TRE GIORNI DI RIPOSO ED ECONOMIA DOMESTICA

Ooooohhhhhhh! Ci voleva davvero una piccola pausa per riprendere fiato e dedicarsi a quelle mille piccole cose a cui bisogna sempre destinare i ritagli di tempo!
Sono contenta di come ho speso questi tre giorni di vacanza: grosse pulizie di casa (aaaaaaaggggghhh!!!), ma anche piccole cose piacevoli come cucina, bricolage, giardinaggio, ricerche interessanti su e-bay, e anche un acquisto che "puntavo" da un po': mi sono comprata una bella bicicletta! Usata, al mercatino di Sesto, ma in buone condizioni, semplice ma elegante, e una volta tanto (dati i miei gusti irreparabilmente "pinzillaccheri") un po' essenziale. E' nera, senza fronzoli nè scritte, e soprattutto è un pezzo di "modernariato ciclistico" abbastanza interessante, perchè è del 1959. Un piccolo affare, vado a ritirarla stasera!
Ho anche finalmente rivestito l'interno dell'armadio guardaroba che abbiamo all'ingresso, e direi che con la carta ho fatto la scelta giusta: leggera e allegra, quel che ci voleva per sdrammatizzare un po' il mobile, che all'interno era un po' buio. Meno male, se avevo sbagliato erano guai!
E ora aspetto che dalla Germania mi spediscano il rotolo di carta da parati vintage con cui tappezzeremo la piccola parete di fronte all'ingresso; sono certa che riuscirà benissimo!
Abbiamo volutamente scelto un motivo molto anni '60/'70 che dovrebbe fare un bell'effetto anticamera, sul bianco, grigio fumè, argento e un punto di verde a metà strada fra le tonalità oliva e mela; un insieme molto delicato, che diverte per il disegno ma in compenso è discreto nei colori, per non rischiare un effetto troppo choc.
Sabato sera mi sono anche data alla cucina. Devo dire che finora, nelle poche occasioni in cui ho dovuto darmi da fare per degli ospiti, i risultati (considerato che partivo dall'uovo al tegamino) sono stati buoni anche a detta delle "cavie"! Anzi, vi passo le due ricettine facili facili del primo e dell'insalata che ho preparato sabato per la nostra cena esotica; poi magari prossimamente aggiungerò anche i miei cavalli di battaglia (!!!):

MACCHERONI ALL'ARANCIA
Dosi per 4 persone:
- 400 g di maccheroni
- 200/250 g di mascarpone
- una noce abbondante di burro
- la scorza grattugiata di 4/5 arance
Il condimento si prepara mescolando il mascarpone, la scorza d'arancia e il burro appena appena sciolto sul fuoco.
Fate bollire i maccheroni e quando sono cotti gli mescolate il condimento, che nella pasta calda si mantecherà ben bene (magari "aiutatelo" con un pizzico di acqua di cottura).
Mettete nei piatti e prima di servire aggiungete un'abbondante spolverata di parmigiano, una croce d'olio e volendo, se agli ospiti piace il piccantino, una spruzzata di pepe nero o anche bianco.
INSALATA ALL'ANANAS
Dosi per 4 persone:
- un bel cespo di lattuga
- un mazzetto di rapanelli
- una lattina di ananas già affettato
- un'arancia (potete recuperare una di quelle grattugiate del primo di cui sopra)
- qualche acciughina
... e naturalmente olio, aceto balsamico (o anche limone) e, se si vuole, anche qui un'aggiuntina di parmigiano.

Vi assicuro che nella loro semplicità sono piattini gustosi, e neanche pesanti, nonostante il formaggio nella pasta sia una presenza importante.
Abbiamo poi chiuso con un assaggio di formaggi, frutta, e gelato ai frutti di bosco accompagnato da un bel Passito che ci hanno portato gli ospiti, Stefano e Federica.
Stefano ci ha proposto di stamparci alcune della sue foto scattate durante il loro viaggio in Tibet, devo dire che specialmente quelle in b/n sono davvero belle, ce ne siamo prenotate quattro per arricchire la nostra collezione di operine di artisti contemporanei amici.
Che posti incredibili, tanto lontani e diversi da sembrare un altro pianeta!
Io e Cristiano per il prossimo anno stiamo pensando di realizzare finalmente il nostro desiderio di visitare un Paese dell'Estremo Oriente, forse la Cambogia. DEVO vedere una volta nella vita il tempio di Angkor Vat!
Ma una cosa per volta, quest'anno ci aspetta Chicago!
Insomma, tornando al fine settimana "lungo", mi sono davvero dimenticata di tutto e immersa in queste mille cosucce. Adesso si torna al lavoro...
Laura

27 maggio 2008

UN VIDEOCARTOON DELIZIOSO SUI NOSTRI VIZI E DIFETTI NAZIONALI




Cristiano mi segnala oggi un video veramente delizioso, nato da un'idea del disegnatore Bruno Bozzetto, notissimo soprattutto per l'invenzione del Signor Rossi; vi consiglio di dargli un'occhiata: http://www.rivelazioni.com/mm/bozzetto/eu-it.shtml.
Se potete ascoltare anche il commento audio credo che ve la spasserete, io non ho al momento le casse per poterlo fare ma pare sia divertentissimo.
Fra l'altro sullo stesso sito ci sono altri video, sempre di Bozzetto, e a proposito di revivals penso che valga la pena di ricordare ogni tanto questi formidabili disegnatori e inventori di idee, personaggi e cartoons pieni di aggraziata ironia che hanno popolato la televisione "gentile" (non disastrata da Marie De Filippi e Buone Domeniche varie) dell'infanzia dei nati, come me, negli anni '70.
A proposito, vi ricordate la Linea di Osvaldo Cavandoli e il coniglio pazzo Scacciapensieri che moriva dal ridere ogni sabato sera sulla Televisione Svizzera, disegnato sempre da Bozzetto?
Anche questi potete rivederveli e ridere di gusto, la prima su http://www.youtube.com/watch?v=NGpx-5zc5tE (ma ce ne sono anche altri) e il secondo su http://www3.varesenews.it/insubria/articolo.php?id=28630, dove si ricorda fra l'altro che il coniglio soffocava dal ridere e per questo non riusciva a dire "scacciapensieri", dal che il suo nome. Era doppiato da un attore di cui ignoravo il nome, Carlo Bonomi.
Ho scovato anche un sito di un mio coetaneo, nostalgico come me, che parla proprio di tutti i cartoons della nostra beata gioventù, e in particolare ricorda il coniglio folle, tutto a righe colorate! Andate a trovarlo su http://www.boardingnow.org/?p=117 e farete un tuffo nel passato!
Un altro appuntamento fisso era quello della domenica alle 13.00, con il TG l'Una di Rai Uno, sul quale potete ritrovare notizie carine e curiose su http://www.pagine70.com/vmnews/wmview.php?ArtID=387. Questa è una pagina all'interno di un sito troppo bello, interamente dedicato ai favolosi Seventies. TG l'Una era imperdibile perchè nella sigla, o forse all'interno del programma, c'era sempre un angolino dedicato a due piccoli pupazzi animati tenerissimi, realizzati un po' sullo stesso stile di Topo Gigio e di cui non ricordo il nome; ma so che erano fenomenali.
A proposito di Topo Gigio, su YouTube ci sono un sacco di video delle sue scenette, ed esiste persino la voce in Wikipedia, dove si legge: "pupazzo animato raffigurante un topo in moltoprene creato in Italia per la televisione alla fine degli anni '50 da Maria Perego (...). Altri contribuirono fattivamente alla sua ideazione ed al suo successo, in particolare Peppino Mazzullo, la sua voce storica. Il personaggio è caratterizzato da un forte romanticismo, innocenza pura e senso dell'umorismo. Personaggi che hanno affiancato Gigio nelle sue storie erano i due topi Ino, compagno di avventure, e Rosy Rosicchia, la sua "fidanzata". Antagonista il gatto Megalo. Mai apparso sullo schermo ma ripetutamente evocato, il nonno Teodoro: tutte le volte infatti che Gigio enunciava un proverbio, lo faceva precedere da uno squillante "come diceva mio nonno Teodoroooo..."(...)".
Poi c'era Il Dirigibile, con Maria Giovanna Elmi e Mal, che all'epoca impazzava anche cantando la sigla di Furia cavallo del West.
Ma una soprattutto era la mia grande passione: il telefilm Saturnino Farandola, trasmesso nel 1977 a TV2 Ragazzi; era la versione televisiva del romanzo dello scrittore francese Albert Robida (1879). Saturnino, interpretato dal bravo attore napoletano Mariano Rigillo, è un giovane allevato dal popolo delle scimmie e protagonista di bizzarre avventure nel mondo e nello spazio.
potete risentire la sigla!!! Segnalano anche che alla Fondazione Cineteca Italiana di Milano c'è una preziosa copia del film Le straordinarie avventure di Saturnino Farandola di Ambrosio, datato 1915, con scene girate sott'acqua!. Voglio andare a vedermelo!!!
Poi c'è stata l'ondata dei cartoni animati e dei telefilm di animazione giapponese; a quel punto ero già più grande, ma in casa venivano abbastanza razionati perchè giudicati un po' troppo violenti. Due ricordi vivissimi che ho sono quelli di Megaloman, che se non sbaglio andava in onda su Telereporter (su Internet ho trovato dei commenti, fra cui: "Lo mandavano sempre in onda sui quei canali secondari... Odeon, Italia 7; il protagonista era un robot gigantesco con i capelli lunghi, mentre i suoi compagni umani erano vestiti alla Power Ranger e combattevano nelle "retrovie", in mezzo ai boschi o robe simili. Andavano in giro a bordo di una specie di carro armato che si poteva dividere in diverse parti. Da bambino non mi perdevo una puntata"), e Capitan Harlock (di cui facevo anche la raccolta delle figurine Panini, e di cui oggi esiste addirittura il sito, http://www.capitanharlock.com/?id=home, per gli appassionati di oggi e di ieri), seguito più tardi da Galaxy Express 999, il treno dello spazio, un anime di particolare bellezza estetica e anche di particolare spessore sul piano dei contenuti, come spiegano molto bene su http://www.musicafilm.it/serie/galaxy-express-999.html.
Sul filone robotica ovviamente restano indimenticabili Atlas Ufo Robot e GIG robot d'acciaio, seguiti da Daitan 3 e una miriade di altri.
Naturalmente, su tutt'altro genere non si può non citare la mitica Heidi, tratto da un romanzo di fine '800 della svizzera Johanna Spyri (e più tardi imitata sempre dai giapponesi con Annette), con la squadra composta dal nonno, il capretto Fiocco di Neve, il Sanbernardo Nebbia, Peter, la terribile ma in fondo simpatica signorina Rottenmeier e la dolce Clara.
Questi sono stati i primissimi cartoni giapponesi, poi sono arrivati, già trasmessi su Mediaset all'interno di Bim Bum Bam, Lady Oscar (bellissimooooooo!!!!!!!!!!!!!!) e il similare Tulipano Nero, entrambi sulle vicende del periodo della Rivoluzione francese, la streghetta Bia, che sfidava la magia, e tantissime sue "discendenti". Leggo sempre su Internet: "Era bellissimo! Bia era scesa sulla terra e viveva tra gli umani per fare esperienza e diventare un giorno la regina delle streghe. Noa era la sua rivale e aveva lo stesso obbiettivo. Il gesto che faceva Noa, unito alla parola "Yaaa!", era il suo gesto magico, mentre Bia lanciava il ciondolo a forma di cuore e diceva "Scialanda!" P.s. Tarantino deve aver copiato dal cartone... forse era fan di Noa!", e qualcun altro risponde "Anche secondo me Tarantino ha copiato. Certo che anche Noa c'aveva il suo perchè". Vero! Era quasi più bella, e comunque più affascinante di Bia!
Parlando di streghe, mi viene in mente che ho dimenticato un altro must: Vita da strega, con la deliziosa Elizabeth Montgomery! 254 episodi (otto stagioni) da 25 minuti, trasmessi per la prima volta in America sulla rete ABC dal 17 settembre 1964 al 25 marzo 1972. In Italia venne intitolata anche L'adorabile strega quando la RAI ne trasmise per la prima volta 12 episodi nel 1967. In seguito il titolo venne definitivamente cambiato in Vita da strega, e noi la ricordiamo soprattutto dopo le repliche passate sulle televisioni private a partire dai primi anni '80. In Internet i siti che lo ricordano sono tantissimi, e si può anche vedere il video della sigla cartoon.
Mi fermo qui perchè mi accorgo che mi sono davvero fatta prendere la mano da questo amarcord... ma ho l'impressione che le mie ricerche in Internet non finiranno qui!
Dedicated to all the Seventies' boys & girls!
Laura

26 maggio 2008

REVIVALMANIA








 





Leggo su La Repubblica on line di oggi che sta tornando più che mai di moda Hello Kitty, la famosissima gattina creata dai grafici giapponesi della Sanrio negli anni '80.
Effettivamente, da qualche tempo i gadgets made in Japan che ruotano intorno a questo fortunato personaggio (e non solo a questo: ci sono anche My Melody, Little Twin Stars, Sugarbunnies, Pandapple, la più recente, fortunatissima Pukka e molti altri), hanno di nuovo inondato il mercato. Ma forse, rivolgendosi oggi ad un pubblico di consumatori un po' diverso da quello di allora.
Mi accorgo infatti che, per esempio, a me Hello Kitty faceva impazzire allora, che avevo circa 10, 12 anni, ma mi piace moltissimo ancora adesso. Se il mio caso può forse essere un po' isolato e atipico, poichè non credo che a tante 33eenni piacciano ancora così tanto Hello Kitty e tutta l'estetica kitsch che le ruota intorno, è vero però che questo mondo tutto rosa e zuccheroso fa impazzire non solo e non tanto le bambine, quanto le adolescenti degli anni 2000, a conferma del fatto che si tratta di un'abilissima operazione di mercato, e anche di "ripiazzamento" di un prodotto già proposto, ma in un'epoca diversa e, allora, ad un pubblico infantile.
Questo riposizionamento del prodotto avviene in Occidente sulla scia dei Paesi orientali, nei quali i giovani di età compresa fra i 13 e i 20 anni circa vivono una fascinazione quasi ipnotica per le realtà dell'Occidente consumistico, e di pari passo uno scollamento sempre più forte ed evidente dalle tradizioni della loro cultura. Anche loro sono dei veri e propri divoratori di oggettistica Sanrio, ed è interessante rilevare che l'estetica e la grafica di questi oggetti NON è affatto di derivazione orientale, eccezion fatta per la parte scritta che mantiene i caratteri giapponesi, ma nell'elaborazione del personaggio guarda invece ad un gusto tutto occidentale del tenero, del cute, come direbbero gli inglesi; di ciò che risulta dolce e accattivante nella sua innocenza.
C'è un aspetto un po' inquietante nel passaggio di questi prodotti dalle mani dei piccoli consumatori a cui in origine erano rivolti a quelle degli adolescenti di oggi: si verifica una sorta di "slittamento", per cui questi personaggi dolci e innocenti si inseriscono nel contesto del tutto nuovo dell'abbigliamento sgargiante, provocatorio e aggressivo dei giovani teen occidentali, ma soprattutto dei loro eccentricissimi coetanei orientali. Nel caso delle ragazze giapponesi, poi, c'è anche un'implicazione volutamente erotica, un giocare con l'immagine della Lolita a metà strada fra innocenza e malizia, fra peluches e tacchi a spillo, con evidenti e abbastanza espliciti richiami anche alle girls dei manga erotici e porno.
Questi ragazzi orientali, a cui spesso ultimamente i magazines dedicano servizi ricchi di fotografie veramente folli, hanno una fantasia sfrenata e una straordinaria capacità di assemblare elementi di abbigliamento e accessori legati a mille tendenze. Inventano look coloratissimi, ricchi di elementi punk e pop, appunto anni '80, ma anche con molti richiami ai manga e agli anime, i fumetti e i cartoons nipponici, di cui riproducono le acconciature, bizzarre per foggia e colori flash, e imitano soprattutto le calzature: immensi stivali di vernice colorata, sandali di altezza vertiginosa, sabot fra i più eccentrici e impensabili.
Una vera esplosione di creatività provocatoria, graffiante, che vuole stupire e scandalizzare un sistema, come sempre i giovani tendono a fare esprimendosi in maniera anticonformista; eppure, contradditoriamente, anche una creatività che si esprime attraverso gli oggetti e gli accessori che quel sistema consumistico produce.
Laura

23 maggio 2008

VI MOSTRO LE FOTO DELLA MIA VISITA A ORTICOLA

Mi è venuto in mente di farvi vedere le foto che ho scattato ai Giardini Pubblici di Palestro il 10 maggio, a Orticola 2008, una manifestazione bellissima su fiori, piante e giardinaggio.
Questa rosa è qualcosa di spettacolare, non credete?
Ma ci sono altre meraviglie da vedere, le metto tutte in una cartellina e ve le potete guardare come sfogliando un album.
Ve lo consiglio, perchè sono fiori incantevoli, che rendono benissimo anche in foto non eccellenti, ma soprattutto vi suggerisco di andare l'anno prossimo alla manifestazione.
Io sono un pollice verde più che dilettante, perchè ho cominciato solo ora ad interessarmi di piante, dato che nella nuova casa ho molto spazio e un terrazzo dove vorrei creare una piccola serra. Anzi, mi sta venendo ora l'idea di mettere anche le foto dei fiori che ho comprato, un lilium, un fiore semigrasso di cui non mi ricordo il nome e una gloxinia (!!!), anche questa con le foglie un po' grosse, di quelle ricoperte di un velo leggero vellutato. E' un mondo semplicemente meraviglioso, ho deciso che devo imparare.
Le piante nuove, oltre a quelle sempreverdi che avevo già, sono tutte e tre molto belle, stanno fiorendo rigogliose e pare che in casa si siano ambientate molto bene, senza contare la fioritura primaverile (solo foglie, eh!) della stella di Natale, che davvero mi ha lasciata di stucco!
E comunque... è vero che alle piante bisogna parlare! Io con le mie lo faccio, e secondo me gradiscono molto!
Laura

22 maggio 2008

SECONDO GIORNO DI VITA PER IL MIO BLOG NUOVO DI ZECCA!

Ciao! Oggi mi sembrava opportuno presentarmi in modo completo a tutti i miei possibili visitatori, e quindi... eccomi qua!
In questa foto sono alla Scala, mi ha fotografata la mia collega Ildiko una sera di poco tempo fa, in occasione di un concerto di Maurizio Pollini (Chopin e Debussy, per la cronaca).
Mi sembra decisamente la mia foto migliore fra quelle recenti, anche perchè io non mi piaccio quasi mai.
Adesso sono già un po' diversa, più bionda (artificiale... qualche colpo di sole) e soprattutto con un taglio più corto, perchè ultimamente due volte all'anno ordino al parrucchiere di dare una bella sfoltita alla zazzera, che come vedete ha un notevole volume (naturale, eh! Ne vado un po' orgogliosa).
Comunque, a parte queste piccole differenze, nella sostanza questa sono io. La potete considerare un'immagine attendibile.
Laura

21 maggio 2008

OGGI E' NATO IL MIO PICCOLO BLOG!

Sono molto contenta! Annuncio con gioia la nascita del mio (per ora) piccolo, piccolissimo blog!Vorrei che presto fosse pieno di cose carine, mie certamente, ma anche di tutti coloro che volessero ritagliarsi uno piccolo spazio al suo interno con commenti, saluti, contributi. Ogni visita sarebbe ben accetta!
Oggi mi sono dedicata all'impostazione, e mi sono divertita un mondo a scegliere colori, caratteri, cornici e cornicette.Ora tutto è pronto... una meravigliosa scatola da riempire!Sono quasi un po' emozionata, perchè nello spazio del web tutto il tuo mondo immaginario prende forma, e questo è esaltante!
Per ora, benvenuti!
Laura