2 maggio 2012

PICCOLE BUGIE TRA AMICI

Adesso che mi sono un po' svegliata fuori con lo streaming - nel senso che dopo aver annaspato come un'anatra imbranata nel web, pensando che tutti i siti fossero buoni per guardarsi in quattro e quattr'otto un film aggratis senza problemi (AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!), ho capito come gira il giro e ho individuato quei due/tre siti giusti dove EFFETTIVAMENTE ciò è possibile - in queste sere malinconiche mi vado a pescare tutte le pellicole recenti che al cinema mi tocca perdere perchè c'è sempre qualcosa di più meritevole della spesa dei 7 euri di biglietto, e che però mi rimangono tutti sullo stomaco e mi spiace essermerli persi sul grande schermo.
Spesso, lo devo ammettere, non si rivelano gran film, o sono proprio delle vere sole.
Però qualcuno non è male.
Dopo la caragnata a seguito della visione di One day, ieri sera mi sono ripescata Piccole bugie tra amici, che è uscito pochissimo tempo fa:
Dopo aver visto Il grande freddo di Kasdan, questo non può che essere considerato un buon remake attualizzato, come molte recensioni on line fanno notare. E la sceneggiatura pecca di qualche ingenuità (se non le vogliamo considerare delle strizzatine d'occhio all'emotività dello spettatore; non per niente il titolo francese del film è Muchoirs, ossia Fazzolettini).
Però, mi ha preso di più dell'antecedente americano. Perchè anche se lì sia la regia sia gli attori erano più forti, qui la forza sta invece nell'attualità dei personaggi e dei problemi che si portano appresso. Un po' enfatizzati, forse, anche per spettacolarizzare la vicenda e "agganciare" maggiormente l'attenzione dello spettatore. Ma non c'è niente di poi così lontano dalla realtà che ci sta intorno e che, per certi aspetti, mi riguarda in prima persona.
Il gruppone di 40/50enni parigini (tutti di ceto medio-alto, bontà loro, e questo allontana il film dalla vita vera dei tempi di crisi che stiamo vivendo) che per le vacanze si riunisce, come ogni estate, nella tenuta di Cap Ferrat del più ricco e insopportabile (ma anche generoso) di loro, e si ritrova a raccogliere i cocci dei rispettivi fallimenti esistenziali, dice molto dei nostri tempi, e molto anche della mia generazione.
Gli uomini sono, ovviamente, immaturi, capricciosi, infantili, egocentrici, insicuri, soprattutto nei rapporti con le donne e addirittura, talvolta, rispetto alla propria identità sessuale (!!!).
Le donne sono stanche e rassegnate rispetto a questi mariti e compagni che somigliano di più a dei figli, e si ritrovano poco gratificate; oppure a loro volta sono inquiete, e saltabeccano da una storia inutile e passeggera ad un'altra.
Uno sconfortante panorama di soggetti fragili, pesantemente regressivi, cocainomani, nevrotizzati, egoisti e grettucci anzicheno, ma in definitiva nemmeno cattivi, anche se a tratti cinici; e comunque legati fra loro da sincero affetto. Tuttavia, ecco, a tal proposito verrebbe da dire: ma il gruppone che alla fine, dopo essersi scannato e sbugiardato, matura in una volta sola con la morte inaspettata dell'amico di tutti, che hanno lasciato in ospedale dopo un terrificante incidente partendo ugualmente per le vacanze collettive, e che al suo funerale celebra anche il funerale della propria spensierata giovinezza, ritrovandosi in un catartico abbraccio collettivo, NELLA VITA VERA DI NOI QUASI QUARANTENNI, DOVE SI E' VISTO MAI?!?
Perchè nella nostra generazione il gruppone al massimo poteva esistere, e resistere a se stesso, non per più di un paio di annetti, a cavallo fra liceo e università. E trattavasi di tutt'altro che di un gruppo così coeso e intimamente legato come questo del film, bensì alquanto sgangherato, e in definitiva del tutto affettivamente inconsistente, oserei anzi dire INESISTENTE.
In questo non mi sono un granchè ritrovata nella vicenda del film.
Ma per il resto, direi che ahimè ci siamo abbastanza.
E non c'è proprio niente da ridere. Mentre scorrono i titoli di coda, stai lì a rimuginare e a masticare amaro.

Laura                    

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