La bellezza morale può sopravvivere anche in un mondo arcisuperinquinato, e mentre l'oceano vivente della bellezza naturale va tra le nostre bianche e nere e gialle mani di strangolatori diventando simile dappertutto al memorabile cormorano nero del Golfo.
Anche nelle città che cascano una dopo l'altra nella bocca del crimine e dove la difesa dei deboli e della civiltà è stata democraticamente affidata ai cretini, il miracolo etico può tingere di un lampo la tenebra, valere come segno.
Il miracolo etico è un fiore selvaggio - un fiore delle brughiere luttuose dell'amore infinito. Non nasce tra il buio vischioso delle famiglie, non s'impara tra le scemenze d'obbligo della scuola, non lo emettono i terminali, non è premiabile dall'accademia di Svezia.
Il tempo unico strazia e divora; ma per la bellezza morale non ci fu Mille e non ci sarà Duemila.
Chi ha visto la luce di Rembrandt bagnare appena, come una carezza timida, diversa da qualsiasi altra luce chiamata luce, una o più figure strette e quasi dissolte nell'ombra, capirà quello che cerco di dire e che mi è impossibile da spiegare.
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