Ed ecco oggi Barack Obama entrare definitivamente nella Storia con il suo insediamento alla Casa Bianca. Al di là di quanto nel concreto quest'uomo vorrà, o potrà, o saprà davvero fare, resta e sempre resterà nell'immaginario collettivo degli uomini di tutte le razze e le etnie il primo uomo di colore ad arrivare alla presidenza degli Stati Uniti; il simbolo di una minoranza che finalmente ha voce in capitolo.
Questo mi fa un immenso piacere per la comunità afroamericana e per tutti i neri del mondo.
In generale, poi, devo dire che mi ispira maggiore fiducia di altri; mi pare, a guardarlo, più pulito, più sincero, più aperto nel sorriso e nello sguardo, più diretto.
Mi sembra veramente incarnare qualcosa di nuovo, giovane, diverso, il che sembra indispensabile per affrontare quello che attende quel Paese e, di riflesso, anche la nostra realtà. Certo il neoeletto non ha di fronte a sè un compito semplice. La responsabilità, per quanto ovviamente condivisa, è enorme.
Ci aspettano un po' dovunque anni presumibilmente difficili, che senz'altro in questo nostro povero, disastrato Paesucolo, contro cui giustamente tuonava Pier Paolo Pasolini nelle sue sacrosante invettive, non abbiamo le forze e gli strumenti politici e sociali per affrontare con coscienza, vigore, intelligenza.
Per cui mi aggrappo alla speranza in un vento di novità che potrebbe arrivare da oltreoceano e, per quanto non subito, cominciare a farsi sentire anche nel vecchio continente e persino in questa sua sperduta, e perduta, provincia.
Welcome, Mr. President!!!
Laura
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