TRAVEL MEMORIES
GOZO & MALTA - agosto 2012
LIONE - giugno 2012
STRASBURGO - Capodanno 2011
VENEZIA e CROAZIA (Mali Losinj e Zagabria) - agosto 2011
ROMA - aprile 2011
A Roma per la mostra di Cristiano
presso la galleria "Il Quadrupede"
BELGIO (Bruxelles-Bruges-Gand) - dicembre 2010
PORTOGALLO (Lisbona e Algarve) - agosto 2010
BUDAPEST - dicembre 2009
Ed eccoci nell'anno nuovo...
Ben ritrovati a tutti, e naturalmente auguri! Con la speranza che il 2010 ci porti un po' più di stabilità e tranquillità nel contesto sociale e politico locale e internazionale. Nel 2009 ne abbiamo viste, francamente, di tutti i colori...
E tuttavia, devo dire che i quattro giorni trascorsi in terra d'Ungheria mi hanno fornito consistente materia di riflessione, al di là dell'entusiasmo per la bellezza e lo scintillio della città, in alcune zone paragonabili alle meraviglie delle opulente capitali dell'Europa occidentale: Parigi, Londra, Vienna soprattutto, con la quale Budapest condivide stile e grandezza di chiara impronta asburgica.
E' proprio vero che uscire di tanto in tanto dal proprio guscio, dall'angustia della propria realtà quotidiana, dal proprio piccolo universo e dalle abitudini, apre la testa, ossigena il cervello, induce alla riflessione e anche ad uno sguardo più distaccato, e quindi più oggettivo, sul proprio orizzonte esistenziale.
Era la prima volta che mi trovavo immersa nel clima dell'Europa orientale (a parte l'assaggio di Berlino est), e dopo il ritorno mi sono trovata invasa da un insieme di sensazioni del tutto nuove.
Come si capisce che questa città è stata teatro di una storia importante!
Nell'antichità cuore di un Impero di genti fiere, crudeli, devotissime insieme.
Poi estrema propaggine occidentale dell'Impero ottomano, con la conseguente mescolanza di elementi culturali e artistici occidentali e orientali: hammam e mosaici, statue neoclassiche e arabeschi, altari barocchi e profumo di spezie.
Quindi, insieme a Vienna, fulcro dell'Impero austro-ungarico e della Mitteleuropa capace di esprimere altissime vette d'arte e cultura.
Successivamente testimone del crollo della vecchia Europa e della sofferta transazione alla modernità; nonchè scenario delle tragedie delle due guerre, soprattutto delle atrocità antisemite che condussero agli scempi nel ghetto, di cui giustamente si tramanda memoria per i posteri nel piccolo museo annesso alla locale sinagoga:
In tempi recenti terra dell'utopia social-comunista, fino alla degenerazione dell'esperimento in dittatura e repressione.
E infine, nell'attualità, terra di conquista dell'Occidente capitalista all'assalto dei Paesi dell'est, finalmente liberi dall'isolamento dopo la caduta del Muro, ma allo stesso tempo esposti senza alcuna schermatura politica, sociale, economica, psicologica, all'attrazione fatale per la mela avvelenata del lusso, del superfluo, dell'inutile, del folklore ad uso e consumo dei turisti (che, come ormai dovunque, si divide fra begli oggetti di gusto e autentiche curiosità e oggetti riprodotti in serie, magari in Cina):
La città è attraversata dall'immenso Danubio,
che divide Buda - la città neoclassica delle terme Gellert (bizzarro connubio di molli e ambigue atmosfere da bagno turco e decadente culto socialista del corpo e della prestanza fisica, finalmente alla portata dell'uomo comune),
delle ville di lusso, degli immensi giardini e dei parchi sulla collina, che domina la città con i suoi palazzi monumentali, le statue allegoriche e religiose -
da Pest - la città di rappresentanza, con il Parlamento gotico che ricorda Westminster, il Museo nazionale magiaro in severo stile neoclassico, la basilica di Santo Stefano, dorata fuori, cupa e dolente all'interno,
gli immensi viali paragonabili agli Champs Elysées, la Vaci Utca, via dello shopping e dell'opulenza post-comunista, con i suoi negozi di stramba paccottiglia sovietica, costumi tradizionali recuperati dalle vecchie case contadine, colbacchi, carabine, stellette e galloni ormai vuoti di significato,
le botteghe di antiquariato Art-Nouveau di un qualche pregio frammisto a esoticherie tipo Faccetta nera, bella abissina, piatti in cui si addensano fiori su fiori, servizi da the che paiono usciti da Le mille e una notte e sinuose abat-jours, vetri e ceramiche popolati di ninfe e signore dagli immensi cappelli, foglie e fiori nel più puro stile Liberty (che abbiamo ammirato anche al Museo delle Arti applicate, un vero luogo da fiaba!)...
E ancora, quartieri periferici che evocano le brutture e le miserie del regime, palazzoni tristi a breve distanza dall'ospedale intitolato al patrono re-santo Stefano, i nuovi quartieri già segnati dalla speculazione edilizia, che avanza travolgendo gli scheletri delle ultime fabbriche...
Esperienze diverse e particolari ci hanno accompagnato in questi quattro giorni anche nei momenti di ristoro (leggi: gozzoviglia!!!): abbiamo mangiato piatti ricchi di legumi e verdure speziate al self service turco, ma anche il più tipico gulasch ungherese, caloricissimi spezzatini di frattaglie, zuppe bollenti anti-gelo, vin brulè offerto nelle strade e nelle piazze, e persino... leccornie taiwanesi in un enorme ristorante frequentato dalla numerosa comunità orientale vicino al nostro ostello!!!
Quanta roba, quanta storia, quante enormi tragedie, quanti secoli ci sovrastano di cui ci dimentichiamo nel nostro piccolo vivere quotidiano!
E poi la gente...
Segnata, affaticata, e però dignitosa nella sua umiltà e nella semplicità spartana a cui l'ha abituata la severità del regime. E come appariamo noi per contrasto opulenti, abituati al tutto, al tanto, al troppo!
E allora in definitiva si tirano le somme, si pensa alla propria vita di tutti i giorni, e si pensa che in fondo sì, è vero, le difficoltà certo non mancano, ma sono a ben guardare compensate da molto, molto altro: dall'abbondanza di tutto, dagli affetti e dalle amicizie che, investendoci e lavorandoci su con santa pazienza e sul lungo periodo, cominciano finalmente a fiorire, dalle lucine del Natale, del mio albero e del presepe, che mi danno tepore e sotto i quali si sono accumulati i piccoli pensieri per tutti i nostri cari, e quest'anno anche per la nipotina che presto arriverà; dalle schitarrate dell'ultimo dell'anno intorno alle tavola piena di ogni bene di Dio e della luce delle candeline mangiafumo, dal luccichio dell'anellino d'argento con il cuore di brillantini che dopo undici anni di condivisione serrata di tutto Cristiano mi ha fatto portare da Babbo Natale, insieme a un paio di meravigliosi orecchini!
Ho tanto, ho tanto dalla vita...
Me lo devo ASSOLUTAMENTE ricordare. Questo è il compito che mi sono assegnata per l'anno nuovo; per recuperare una maggiore equità, una riconoscenza DOVUTA alla ricchezza della mia vita, a chi mi vuol bene, e anche a me stessa.
Laura
GRECIA (Amorgos e Naxos) - agosto 2009
Ben ritrovati ai miei lettori all over the world!!!
Finalmente apro la stagione 2009/2010 del mio amato blogghino.
Cominciamo con una selezione (quest'anno veramente difficile da fare: sono quasi tutte spettacolari, non tanto per la nostra abilità quanto per la bellezza assoluta dei luoghi) di foto delle nostre MERAVIGLIOSE vacanze in Grecia (Amorgos e Naxos). Non c'è bisogno di alcun commento, parlano veramente da sole!
Sarà che
mancavamo dalle Cicladi da qualche anno, sarà che ci eravamo un po' dimenticati
di quanto fossero magiche, sarà che Amorgos era una novità... sta di fatto che
il blu del mare di quest'anno io non l'ho davvero MAI visto in vita mia.
Mi ci sono
totalmente persa, sia in senso psicologico, con un abbandono che da tanto tempo
non vivevo, sia in senso fisico, con delle immersioni in acque di una
trasparenza che credevo possibile solo al cinema!!!
Non per nulla
ad Amorgos è stato girato Le grand
bleu di Luc Besson, film che
prende a pretesto gli scenari marini per ragionare sulle profondità
dell'inconscio, passando dalla metafora della discesa nelle profondità degli
abissi di due sub alla ricerca del senso dell'esistere.
Tutte le sere
uno dei tanti, bellissimi localini sul mare trasmetteva il film, ed era sempre
gremito di spettatori curiosi.
Sono tornata da
queste vacanze davvero RIPOSATA nel corpo e nello spirito. Ho recuperato
un'enorme stanchezza accumulata durante l'anno, a causa del lavoro ma anche dei
miei travagliati percorsi interiori, e sento di aver recuperato molto terreno
dal punto di vista di una generale lettura della mia vita, in tutti i suoi
aspetti, e di un approccio a ciò che verrà.
Speriamo che
duri!!!
Certo, ad
attenderci qui c'è il solito squallido panorama. E del resto avevo già scritto
prima dell'estate che credevo difficile vedere a breve una drastica inversione
di rotta.
Aspettiamo,
sempre più ansiosamente, la caduta dell'Imperatore, che però è duro a cedere...
E poi? Il
dopo-Berlusconi come sarà? Un buco nero... o al limite, e mi viene già da
ridere, un eterno ritorno al Grande Centro, al solito pappone
"moderato", insipido, benpensante, qualunquista, adatto un po' per
tutte le stagioni, a tutte le teste (vuote), a tutti i gusti, dal quale solo
illusoriamente credevamo di esserci emancipati passando attraverso il ciclone
Tangentopoli.
Ma tant'è...
questo è un Paese così, e non ce n'è.
Inganniamo
l'attesa estenuante della svolta immergendoci nel gran daffare dell'autunno.
Laura
CAMOGLI E S. FRUTTUOSO - 23-24 maggio 2009
FIRENZE - dicembre 2008
Sabato siamo
scappati da una Milano più piovosa, umida e triste che mai per passarci una
bella giornata a Firenze, dove abbiamo simbolicamente ritrovato Jorge Eielson,
grande artista peruviano che Cristiano ha avuto la fortuna di frequentare amichevolmente
nei suoi ultimi anni di vita milanese. L'occasione è stata una bella mostra
inaugurata a Palazzo Vecchio grazie al neonato Centro Studi Eielson, creato
dalla studiosa di letteratura ispano-americana Martha Canfield.
La Canfield è
stata a sua volta grande amica di Eielson, è ora l'erede dei suoi lasciti
artistici e vuole fare della fondazione fiorentina un centro studi dedicato
alla cultura sudamericana in generale.
Padrino della
settimana di manifestazioni e convegni che hanno preceduto l'inaugurazione di
sabato mattina è stato, non a caso, Mario Vargas Llosa.
E' stato
anche realizzato un bel catalogo, occasione e pretesto per un lavoro di
ricatalogazione delle opere di Eielson, e anche per creare una raccolta di
testimonianze e omaggi artistici di amici e conoscenti che hanno gravitato
intorno a lui.
Fra questi
anche Cristiano, che ha avuto la soddisfazione di vedere pubblicato il suo
ritratto Jorge in Sardegna,
terminato poco tempo dopo la sua scomparsa. Una bella riproduzione, fra l'altro
molto fedele nei colori all'originale. Il quadro ve lo mostro qui sopra, vedete
come la pittura di Cristiano oscilli fra dimensione figurativa e astratta,
realistica e surreale, per cui il ritratto di Jorge da un lato ne ricorda
davvero la fisionomia, dall'altro lo proietta in un mondo di fantasia e
bizzarri frammenti colorati, fluttuanti in uno sfondo nero senza profondità.
Di Firenze
avevo un vago ricordo dai tempi della gita scolastica (!!!), e quindi l'ho
rivista (anzi, si può dire, l'ho vista per la prima volta) molto volentieri,
benchè anche lì la giornata fosse burrascosa. C'era però un MAGNIFICO cielo
plumbeo, con schiarite a tratti, che ha splendidamente reso nelle fotografie,
di cui vi do un saggio (è uno scatto di Cristiano che secondo me è la foto in
assoluto più bella e suggestiva della giornata).
Dopo la
recente visita di lavoro alla Biennale di Venezia, a breve distanza di tempo mi
sono trovata in un'altra delle nostre città d'arte, e devo dire che veramente
la loro bellezza e suggestione sono ancora forti, e uniche. E lo dico dopo le
sorprese e le emozioni che, pure, gli Stati Uniti ci hanno riservato
quest'estate. Ma è l'aria che si respira in queste nostre città, sono le voci,
le evocazioni, i colori e la luce del cielo del tutto particolare ciò che
ancora può giustificare, e anzi rendere unico, credo, il "voyage en
Italie". Questo davvero potrebbe essere un Paese unico al mondo, se non
fosse così abbruttito dal baratro di sottocultura in cui è precipitata la sua
gente.
E pensare che
basta guardare allo scatto dei muscoli del Perseo di Cellini, ai suoi piedi la
raccapricciante testa mozza della Medusa, o le incredibile torsioni del gruppo
del Ratto delle Sabine del Giambologna sotto la loggia dei Lanzi, accostati
alle testimonianze scultoree della romanità allineate in una enigmatica teoria
contro la parete di fondo della loggia, per sentirsi di nuovo, in un attimo,
trasportati indietro di secoli, e capire cosa potè significare vivere in questo
Paese per chi aveva allora il privilegio di circondarsi di arte, bellezza e
cultura.
STATI UNITI (Chicago e Lake Michigan) - agosto 2008
Travolta dagli eventi della ripresa autunnale, non riesco a
mettermi molto spesso sul blog. Ma urge proseguire con il mio diario di bordo,
cosa utile anche per ricostruire e rivisitare piano piano le tappe del nostro
viaggio.
Che come tutti viaggi, è stato anche un cammino dentro noi stessi, una
possibilità nuova e diversa di contatto con tante dimensioni interiori ed
esterne.
Devo dire che dopo la prima sera a Chicago, emozionante, e il
primo giorno in città subito molto intenso, che già vi ho descritto, i tre
giorni trascorsi sul lago Michigan ospiti di Annamaria sono stati un vero
toccasana psicofisico; davvero il meglio a cui potessimo aspirare per guarire
dallo stress di un anno lavorativo milanese e da un continuo feedback negativo mente-corpo.
I grandi spazi verdi, la luce, le acque del lago - immenso, quasi
un mare - i rumori e i suoni di una natura ancora pressochè incontaminata e
molto vicina all'Uomo, che emergono soprattutto dal buio della sera e della
notte schiarito solo dalla luce delle stelle; ma anche i bei
"paesaggi" umani e sociali, le cose buone da mangiare e la caldissima
ospitalità di cui abbiamo goduto, ci hanno avvolti con un incredibile fascino e
la forza del loro essere per noi un'assoluta novità.
C'è stato il tempo per scoprire persone carine fino a pochi giorni
prima sconosciute: è avvenuto uno scambio di idee, di storie vecchie e nuove,
di ieri e di oggi, di curiosità, di conoscenze culinarie, e anche di piccoli,
affettuosi regalini.
Dalla mamma di Annamaria abbiamo ricevuto: io un orologio simile a
quello che avevo apprezzato al suo polso, Cristiano una T-shirt,
particolarmente gradita anche per il fatto di poter sfoggiare qualcosa di più
carino delle tristi magliette portate dall'Italia, effettivamente non il meglio
del suo guardaroba!
La casa di Annamaria è un ottimo, riuscitissimo esempio di cottage
arredato secondo un gusto semplice e fine: tinte chiare, fra il bianco e varie
sfumature del verde salvia, poco mobilio, spesso proveniente dai mercatini
locali dell'usato, fra stile contadino e modernariato alla Eames, oggetti e
quadri che parlano dell'attenzione della padrona di casa al bello delle piccole
cose. La dimostrazione che è possibile conciliare armoniosamente il meglio dell'interior
design "american country" e lo stile della casa di campagna
all'europea, qui fusi in pochi metri quadri distribuiti su un unico piano,
sfruttati in maniera intelligente e funzionale.
Più tradizionali in senso americano, sono tuttavia nel loro genere
assolutamente deliziose, e per nulla kitsch, anche le case della mamma e della
sorella di Annamaria; nel giardino di sua sorella abbiamo fatto una buona
colazione il lunedì mattina 18 agosto, con uno splendido sole e dolci
americani, seguendo le avventure di due grossi ragni in mezzo a delle aiuole
spettacolari, di cui nelle foto qui sopra vi mostro qualche angolo.
Insomma, un angolo di pace e serenità campestre che per noi e per
il tipo di vita che si conduce abitualmente sono diventati quasi miraggi lontani.
Ci siamo letteralmente scatenati nei locali, paradisiaci mercatini
dell'usato, veramente eccezionali per quantità e varietà degli articoli, molto
diversi dai nostri e quindi per noi molto curiosi. In alcuni casi ci siamo
veramente mangiati le mani di non poter comprare oggetti favolosi che sarebbe
stato un problema portare a casa. Vere rarità a prezzi stracciatissimi!!!
Il martedì 19 sera siamo tornati a Chicago, e abbiamo cenato a
casa di Annamaria e di suo marito Luigi: una gigantesca pizza da asporto con
cipolle e salsiccia (niente affatto male!!!) in compagnia della cagnetta Sofia,
molto dolce e tranquilla. Dopo cena siamo andati a vedere il laboratorio di
oreficeria di Annamaria, una cosa interessante perchè non avevamo mai visto
nemmeno in Italia un studio di questo tipo.
Dal mercoledì 20 eravamo di nuovo in pista per nuove avventure
cittadine.
Laura
And so... here we are... quasi non abbiamo fatto in tempo a renderci conto di essere nel Nuovo Mondo, e già è ora di tornare... Però mi sembra di essere stata qui un mese, anzichè pochi giorni, tante sono le cose che abbiamo visto e fatto, e tante sono state le scoperte, e tanti gli incontri.Abbiamo avuto la possibilità di conoscere quest'angolo d'America "dall'interno", sbirciando nelle case e nella vita di diverse persone che abitano qui, e che hanno storie e modi di vivere fra loro molto diversi: Luigi, italo-americano che si è "fatto da sè" vent'anni fa, sposato ad Annamaria, italiana d'origine ma nata in America; persone ormai anziane che hanno però vissuto esperienze giovanili in Italia e le hanno ricordate con emozione; giovani di diverse origini, fra cui una coppia di messicani nostri coetanei - Salvador, avvocato, spesso coinvolto in cause civili a difesa di persone in difficoltà, e Mayra, insegnante - e poi Nick e Ted, il primo pure messicano, il secondo di origine russa, che lavorano come camerieri in uno dei più lussuosi alberghi - ristorante di Chicago.
Un po' di tutto, insomma, perchè l'America è davvero un Paese dove di tutto si può vedere, conoscere, incontrare... teste diverse, culture diverse, e appunto diversi stili di vita. C'è spazio per tutti, e un buon livello-base di qualità della vita è garantito a buona parte della popolazione, almeno nelle grandi e ricche città come questa. Law & Order, e puoi vivere piuttosto bene; soprattutto puoi vivere secondo il tuo stile di vita, le tue convinzioni, le tue idee, i tuoi credo, e nessuno sindaca, nessuno ti rompe le palle, non c'è un gregge a cui per forza aggregarsi, non c'è una massa che vive in un modo solo sperando sempre di poter diventare come si vede in televisione. Che, pure, da queste parti non si può non dire presente.L'impressione che qui, e DA qui, si ha dell'Italia, è quella di un Paese piccolo piccolo; un Paese arretrato e lontanissimo, certo bello da vedere, da visitare e scoprire, unico per le sue bellezze artistiche e naturali e la buona cucina, ma per tutto il resto ben poco interessante.In generale, comunque, le immense ricchezze di cui ancora può largamente godere hanno abituato questa gente a sentirsi forte, e decisamente autosufficiente.
Del resto, quando si vive in una città come Chicago si ha davvero molto a disposizione. La tranquillità economica, e poi tante cose che elevano la qualità della vita, al di là del lavoro che si svolge: spazi verdi e un lago meraviglioso, vastissimo, quasi un mare; cultura, musica, arte, eventi alla portata di tutte le tasche, anzi spesso gratuiti e di livello buono, quando non eccellente; grandi spazi per vivere bene senza arrecare disturbo agli altri, strade ampie dove può diventare un piacere anche andare in macchina, e una squisita gentilezza che va di pari passo con un'attenzione per noi - purtroppo - sorprendente per ciò che è di pubblica proprietà e utilità.
Certo, il Paradiso non esiste nemmeno qui. Le contraddizioni ci sono, e a volte sono forti, il futuro politico del Paese in questo momento non è chiaro perchè Obama e McCain sono più o meno in pari e l'elettorato è incerto, il problema dell'immigrazione aumenta e preme sull'economia con effetti pesanti, le sacche di povertà continuano ad esistere. E i più consapevoli sono preoccupati, perchè sanno che le risorse non saranno infinite nemmeno qui, e a livello internazionale i colossi orientali daranno del filo da torcere, portando verso nuovi assetti ancora tutti da sperimentare e che per adesso risultano difficili da prevedere.
Ma dall'osservatorio di un turista tutto questo è solo un'eco lontana in mezzo a un coro festoso e solenne di luci, colori, cieli sempre diversi, tramonti che si riflettono sulle acque del lago popolato di barche e di vele, immensi palazzi di vetro e cristallo, grattacieli che paiono davvero bucare le nuvole e non finire mai, musica, vita, movimento, una mescolanza pulsante di etnie e, appunto, stili di vita, ideologie, culture, modi di vestire e di pettinarsi.
Siamo arrivati venerdì 15 agosto, e la sera stessa, ignorando il jet lag, siamo subito andati downtown a vedere lo spettacolo notturno della città. La prima scoperta è stata quella della metropolitana all'aperto, sospesa in mezzo ai grattacieli illuminati: l'elevator, come la chiamano qui, che ad un certo punto, giunta proprio in centro, abbandona il rettilineo e gira ad angolo quasi retto, seguendo l'itinerario del cosiddetto loop, l'anello che unisce le stazioni centrali, toccate da diverse linee. Abbiamo anche fatto in tempo a sentire una parte di concerto al Jay Pritzker Pavilion, il teatro di Frank Gehry al Millennium Park: un'orchestra e un coro giganteschi con un programma di cori celebri. Un po' americano nell'impostazione vagamente kitsch, però belle musiche, buona esecuzione, e soprattutto un luogo magico, spettacolare.
Il 16, primo giorno interamente trascorso in centro. Un assaggio della grande metropoli prima di partire per tre giorni di vita di campagna sul lago Michigan. Abbiamo cominciato con il Museum of Contemporary Art (MCA, http://www.mcachicago.org/), con una bella temporanea dedicata a Jeff Koons. Coniglietti di alluminio, specchi a forma di pecora, un vero e proprio monumento pop a Michael Jackson e le solite foto super porno dei bei tempi del matrimonio con Cicciolina; poi abbiamo visto anche alcune delle opere della collezione del museo, che a rotazione espone sempre una parte della collezione stessa.Dopo, per renderci conto del volto della città, abbiamo fatto una boat trip che ci ha portati anche sul lago per godere dello spettacolo dello sky line; cielo un po' temporalesco, tante nuvole in movimento, luce quasi da tramonto, e questi incredibili edifici che sembrano fare a gara nel loro svettare verso l'alto. Fra i grattacieli visti dal fiume, quello di Mies van der Rohe e quello in costruzione voluto da Donald Trump. Fra l'altro, presto il panorama sulle rive del lago sarà arricchito da una nuova meravigliosa torre di Santiago Calatrava.Alla sera siamo stati nella zona del lungo-lago, il Navy Pier, pieno di ristoranti, attrazioni e luci, e abbiamo mangiato da Riva, un ristorante di origine italiana noto ai turisti; per essere americana, abbiamo mangiato un'ottima zuppa di pesce, ed è stato qui che abbiamo scoperto che da queste parti l'acqua con ghiaccio è gratis, e viene servita nuovamente non appena il tuo bicchiere è vuoto. Una piccola, ma interessante e significativa dimostrazione di civiltà.Dopo cena, fuochi d'artificio sulle acque del Michigan, i più belli che abbia mai visto.E così abbiamo chiuso gli occhi sulla nostra prima serata americana.Ma naturalmente il racconto è molto lungo, questo non è che il primo capitolo.Il resto, alla prossima puntata. Che vedrà la luce quando già saremo a casa.Passo e chiudo!
Laura