Sono in India come turista; con me ci sono solo la mamma e la zia, la sorella di mio papà.
Andiamo a visitare una meta di pellegrinaggio, un luogo sul mare frequentato dalla popolazione locale perchè ritenuto sacro in quanto ogni sera, dopo il tramonto, si verifica un fenomeno inspiegabile: una sorta di eclissi solare accompagnata da una scossa di terremoto, non forte ma comunque avvertibile, accompagnata anche da un moto ondoso irregolare che tende a far salire le acque verso la terraferma.
Il sogno comincia quando noi già ci troviamo in questa località, affollatissima sia di indiani (una folla multicolore avvolta da sari e mantelli, in parte distribuita sulle rive, in parte immersa nell'acqua vicino alla riva, nell'atto di compiere abluzioni rituali), sia di turisti come noi, provenienti un po' da tutto il mondo.
Il luogo è magico ma anche inquietante: nel cielo il colore prevalente delle nubi che vanno addensandosi è tra il grigio e il rosa-rossastro cupo, il mare è grigio antracite, freddo e inquieto, di fronte a noi, sopra un molo, è stata adagiata una grande statua del Buddha dormiente in pietra, l'unico elemento che spezza con la sua serenità l'atmosfera densa di presagio che pare quasi di respirare.
Alle nostre spalle, poco lontano dalla riva, le rovine di un antico tempio dallo stile più ellenistico che non orientale, e sopra di esso un volteggiare di uccelli neri, che paiono un incrocio fra dei falchi e degli avvoltoi.
Tutti attendono, la gente è tanta eppure l'atmosfera è silenziosa, si coglie solo un brusio di fondo in cui si mescolano e si spezzano voci e lingue diverse, i commenti dei turisti e i frammenti di preghiera dei locali.
Io mi accorgo di aver dimenticato la macchina fotografica e prego la zia di fare le foto al mio posto, mentre l'ora del fenomeno sismico si avvicina.
Vedo che sugli scogli che si protendono verso il mare molti fedeli hanno lasciato indumenti e oggetti rituali, a mo' di ex voto. Mi accorgo che fra questi giace anche una maglietta di Cristiano, una polo gialla (che lui possiede davvero) che sta per essere infradiciata e rubata dalle acque che già cominciano a salire. Chiedo allora alla zia di recuperarla tirandola per un lembo, e me la metto in grembo, felice di averla strappata alle acque.
Nel frattempo, il cielo si oscura e ci accorgiamo che le rocce tremano. E' un fenomeno sconvolgente, ma non siamo spaventati, direi piuttosto tutti molto turbati, ma quasi raccolti intorno alla baia dove si svolge il fatto, come affascinati e attratti da quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi e i nostri piedi.
Ci allontaniamo dalle rive ma non scappiamo, tutto si svolge in modo composto e ognuno esprime al proprio vicino le sue impressioni su quanto è accaduto.
Io ho al mio fianco la mamma, che per un attimo avevo perso di vista tra la folla ma poi ho ritrovato.
Il mio sogno dell'altra notte è finito così.
Laura
Andiamo a visitare una meta di pellegrinaggio, un luogo sul mare frequentato dalla popolazione locale perchè ritenuto sacro in quanto ogni sera, dopo il tramonto, si verifica un fenomeno inspiegabile: una sorta di eclissi solare accompagnata da una scossa di terremoto, non forte ma comunque avvertibile, accompagnata anche da un moto ondoso irregolare che tende a far salire le acque verso la terraferma.
Il sogno comincia quando noi già ci troviamo in questa località, affollatissima sia di indiani (una folla multicolore avvolta da sari e mantelli, in parte distribuita sulle rive, in parte immersa nell'acqua vicino alla riva, nell'atto di compiere abluzioni rituali), sia di turisti come noi, provenienti un po' da tutto il mondo.
Il luogo è magico ma anche inquietante: nel cielo il colore prevalente delle nubi che vanno addensandosi è tra il grigio e il rosa-rossastro cupo, il mare è grigio antracite, freddo e inquieto, di fronte a noi, sopra un molo, è stata adagiata una grande statua del Buddha dormiente in pietra, l'unico elemento che spezza con la sua serenità l'atmosfera densa di presagio che pare quasi di respirare.
Alle nostre spalle, poco lontano dalla riva, le rovine di un antico tempio dallo stile più ellenistico che non orientale, e sopra di esso un volteggiare di uccelli neri, che paiono un incrocio fra dei falchi e degli avvoltoi.
Tutti attendono, la gente è tanta eppure l'atmosfera è silenziosa, si coglie solo un brusio di fondo in cui si mescolano e si spezzano voci e lingue diverse, i commenti dei turisti e i frammenti di preghiera dei locali.
Io mi accorgo di aver dimenticato la macchina fotografica e prego la zia di fare le foto al mio posto, mentre l'ora del fenomeno sismico si avvicina.
Vedo che sugli scogli che si protendono verso il mare molti fedeli hanno lasciato indumenti e oggetti rituali, a mo' di ex voto. Mi accorgo che fra questi giace anche una maglietta di Cristiano, una polo gialla (che lui possiede davvero) che sta per essere infradiciata e rubata dalle acque che già cominciano a salire. Chiedo allora alla zia di recuperarla tirandola per un lembo, e me la metto in grembo, felice di averla strappata alle acque.
Nel frattempo, il cielo si oscura e ci accorgiamo che le rocce tremano. E' un fenomeno sconvolgente, ma non siamo spaventati, direi piuttosto tutti molto turbati, ma quasi raccolti intorno alla baia dove si svolge il fatto, come affascinati e attratti da quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi e i nostri piedi.
Ci allontaniamo dalle rive ma non scappiamo, tutto si svolge in modo composto e ognuno esprime al proprio vicino le sue impressioni su quanto è accaduto.
Io ho al mio fianco la mamma, che per un attimo avevo perso di vista tra la folla ma poi ho ritrovato.
Il mio sogno dell'altra notte è finito così.
Laura
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