Beh, che dire?
Questo certo non vuole essere soltanto un film d'azione. E la mano di Mendes, regista da sempre attratto dalla riflessione su certi temi, si riconosce chiara come il sole: la trama non è che un pretesto per una riflessione di ampio respiro sul crollo rovinoso della nostra civiltà, sulla perdita individuale e collettiva di orientamento, sulla tragica assenza di senso delle cose e della vita, per la quale si cercano affannosamente risposte in mezzo a una violenza dilagante, e anche sulla labilità dei confini che talvolta separano solo con molta vaghezza e relatività il bene dal male, con buona pace dei facili moralismi.
Gli attori sono tutti molto bravi.
A Daniel Craig va riconosciuto il merito di avere progressivamente traghettato il personaggio da fumetto pop di Ian Fleming, che negli 007 cinematografici "classici" appariva poco più di una macchiettistica figurina di tombeur de femmes che "non deve chiedere mai", verso una complessità caratteriale che lo trasforma da personaggio a persona, e ne fa in tutto e per tutto, nel suo tormento e nella sua irresolutezza, un figlio dell'epoca contemporanea. Gli aspetti di prestanza fisica ed erotica nella sua interpretazione rimangono, ma si associano a un volto completamente diverso da quello sempre rilassato e divertito dei precedenti attori che hanno prestato il volto a Bond; nessuno dei quali, da Sean Connery a Pierce Brosnan passando per Roger Moore e Timothy Dalton, si era mai più che tanto smarcato da questa abbastanza semplice e superficiale caratterizzazione tra il seducente e l'ironico. Con Craig, 007 assume una fisionomia irregolare, da pugile sfatto; una maschera dolente, segnata, su cui si leggono tutti i segni della fatica e soprattutto dell'invecchiamento, della lotta interiore che si consuma in ogni uomo fra la constatazione e il rifiuto del passare del tempo e dell'inevitabile decadimento fisico, che a tutti tocca vivere e affrontare, perché i supereroi in realtà non esistono.
Javier Bardem nel ruolo del "cattivo" è semplicemente superlativo. E per il suo personaggio vale lo stesso discorso che per Craig con Bond: non siamo più nella dimensione della contrapposizione bidimensionale del buono e del cattivo, del bene e del male, sommariamente tratteggiati; ma piuttosto sul terreno di un sofferto confronto sui temi della morale, del torto e della ragione, e anche, se non soprattutto, di ciò che è lecito e illecito fare in difesa del bene. Si può sconfinare nel male per difendere il bene?
Su questo interrogativo soprattutto si impernia la figura di "M", da sempre interpretata da una consumata ma mai routinaria Judy Dench. La quale anzi in questo ultimo episodio diventa sicuramente un perno della vicenda, e partecipa con i colleghi alla collettiva operazione di scavo sui rispettivi personaggi con esiti veramente interessanti sul piano della recitazione.
Un po' come negli ultimi Batman (soprattutto nel Cavaliere Oscuro, quello del famoso Joker interpretato, con sfumature non gratuitamente orrorifiche, dall'attore "maledetto" Heath Ledger prima della sua morte prematura, figura che si può certamente accostare allo sfigurato Bardem di questo 007), l'atmosfera di questo film si fa da "fumettisticamente" a realisticamente cupa; perché ci propone eventi ricalcati sulle tragedie innescate dal terrorismo globale negli ultimi decenni, e non gratuite catastrofi di cartapesta dovute alle gesta sconsiderate di qualche ladro di lingotti con la benda piratesca sull'occhio e le cicatrici di plastica sul cranio lucido.
Ed è per questo che la pellicola colpisce nel segno lasciando, al termine della sua visione, un senso di disagio e smarrimento sicuramente alimentato anche dalle fredde atmosfere generate nelle riprese in esterna da un netto prevalere di cieli lividi, e da quelle in interno dalle numerose notturne e da una fotografia decisamente virata sui toni dei blu, viola e neri. Colori che ben esprimono il clima luttuoso di cui il regista ha inteso permeare questa lettura realistica e decadentemente postmoderna di 007.
Laura
Laura
Questa è la
fine
Trattieni il
respiro e conta fino a dieci
Senti la
terra tremare e poi
Ascolta il
mio cuore esplodere di nuovo
Perchè è la
fine
Ho rinnegato
e sognato questo momento
Così a lungo
rimandato, sono in debito con loro
Spazzata
via, derubata
Lascia che
il cielo cada, quando si sbriciolerà
Noi staremo
immobili
Lo
affronteremo assieme
Lascia che
il cielo cada, quando si sbriciolerà
Noi staremo
immobili
Lo
affronteremo assieme
Dalla caduta
del cielo, è da lì che noi cominceremo
Distanti
migliaia di miglia e ai poli opposti
Quando i
mondi si scontreranno e le giornate saranno buie
Avrai il mio
numero e saprai il mio nome
Ma non avrai
mai il mio cuore
Lascia che
il cielo cada, quando si sbriciolerà
Noi staremo
immobili
Lo
affronteremo assieme
Lascia che
il cielo cada, quando si sbriciolerà
Noi staremo
immobili
Lo
affronteremo assieme
Ovunque
andrai ti seguirò
Vedrò quello
che tu vedrai
So che non
sarei me stessa
Senza la
sicurezza
Delle tue
amorevoli braccia
Che mi
proteggono dal male
Tienimi per
mano
E
cammineremo insieme
Metti la tua
mano nella mia mano
E staremo ad
aspettare
Lascia che il cielo cada, quando si sbriciolerà
Lascia che il cielo cada, quando si sbriciolerà
Noi staremo
immobili
Lo
affronteremo assieme
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