9 gennaio 2010

NUOVI LAVORI, NUOVE CARRIERE

Da D di Repubblica del 12.12.09:

(...) L'aveva scritto anche l'economista e umanista Richard Layard: "In ognuno di noi c'è una scintilla creativa: e se non trova sbocco, ci sentiamo mezzi morti" (Felicità. La nuova scienza del benessere comune - Rizzoli).
(...) E' come se la maggior parte di noi fosse attaccata a una catena di montaggio fordista, solo che invece di avvitare bulloni mandiamo avanti pratiche. Mentre la produzione "vera", quella dove ci si sporca le mani, avviene in Paesi remoti, noi siamo rimasti con un segmento infinitesimale di un progetto di cui spesso non vediamo nè l'inizio nè la fine.
(...) In atmosfere così rarefatte, anche le conseguenze delle nostre decisioni diventano nebulose, imponderabili.
(...). Nell'economia liberista le carriere non esistono più, nessuno riesce a sviluppare competenze saltando di continuo da un posto all'altro. (...). Il risultato è un percorso accidentato, casuale, fatto di frammentazione, mediocrità. Il nostro senso di identità ne esce danneggiato.
(...) La vera chiave per la soddisfazione non è lavorare preferibilmente con le mani, ma lottare per acquisire competenza e impegno, cioè la qualità della craftsmanship. Sperimentare, farsi delle domande, evolvere. (...). Sono queste le qualità per sviluppare il rispetto di sè e cercare di vivere una vita che sia davvero degna. (...).

Nessun commento: