In questi giorni mi son detta: purtroppo (perchè non me ne rallegro AFFATTO), la mia rubrica Cialtroni italici, come ampiamente previsto alla sua inaugurazione, si è, nell'arco di un breve lasso di tempo, già sovraffollata. E su come ulteriormente arricchirla, c'è ahimè soltanto l'imbarazzo della scelta.
Ma è anche giusto, anzi DOVUTO, dare spazio e rilevanza a tanti italiani che nel passato o nell'attualità, per fortuna, hanno compensato o compensano con la loro statura morale, le loro scelte, i loro atti e le loro parole, lo sconfortante ammasso di brutture e squallori sui quali tanto più ritengo giusto porre l'accento, quanto più in questo disgraziato Paese i protagonisti delle peggio performances pubbliche passano ormai per veri eroi del nostro tempo.
Di più! Passano per modelli ai quali guardano anche i bambini (di questo si parla giusto oggi in vari siti Internet a seguito dei risultati, a mio parere tutt'altro che sorprendenti, di una ricerca Eurispes, secondo la quale i più piccoli nutrirebbero la più assoluta sfiducia nel loro futuro, e sognerebbero soltanto di sfuggire a una vita squallida e faticosa diventando come... Belen Rodriguez e Valentino Rossi;
per approfondire: http://www.progressonline.it/index.php?livello=Home&sezione=1&articolo=2517&lang=it).
Ed ecco allora l'idea di una rubrica contraltare, positivamente complementare a quella dedicata ai cialtroni, che ho pensato di dedicare agli "Italiani virtuosi".
In questa prima puntata, vorrei subito dedicare un ricordo a
- Giorgio Ambrosoli, che ho già ricordato in un post del luglio scorso, in occasione dell'anniversario della sua morte. Ascoltate cosa racconta di lui il figlio Umberto, che aveva 7 anni quando lui morì, oggi ne ha 38 e fa l'avvocato, come il padre, su http://www.youtube.com/watch?v=5Xsu7n1DXTw.
- Peppino Impastato, giornalista e fondatore di Radio Aut, che per la sua denuncia delle (ATTUALISSIME!!!) collusioni fra potere politico e mafia venne da questa barbaramente assassinato fra l'8 e il 9 maggio 1978, negli stessi giorni in cui in via Caetani a Roma veniva ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro. - Walter Tobagi, giornalista, studioso di storia italiana moderna e contemporanea e di sindacalismo, ucciso nel maggio 1980, a soli 33 anni, in un agguato di un commando terroristico di estrema sinistra, composto da figli di famiglie della borghesia milanese. Due membri del commando in particolare appartenevano all'ambiente giornalistico: Marco Barbone, figlio di Donato Barbone, dirigente editoriale della casa editrice Sansoni (di proprietà del gruppo RCS), e Paolo Morandini, figlio del critico cinematografico del quotidiano Il Giorno Morando Morandini.
La figlia Benedetta, che ha seguito le orme paterne dedicandosi al giornalismo, ha scritto un libro dedicato al padre, Come mi batte forte il tuo cuore, e in questi giorni è stata invitata a vedere il film in uscita nei cinema sulle vicende dei terroristi di Prima Linea, e a scrivere un suo commento, pubblicato su Repubblica. Commento che ho letto e ho trovato molto interessante, attento, ben scritto, confermandomi nell'idea che Benedetta Tobagi sia una ragazza molto in gamba, e che abbia saputo fare propria la lezione di vita e di valori, la curiosità intellettuale e la profondità che dovettero senz'altro contraddistinguere suo padre.
Nella targa che oggi a Milano, nel luogo dell'agguato in via Salaino/via Solari, ricorda Tobagi, è riportato un passo di una lettera che scrisse nel dicembre del 1978 alla moglie:
"(...) al lavoro affannoso di questi mesi va data una ragione, che io avverto molto forte: è la ragione di una persona che si sente intellettualmente onesta, libera e indipendente e cerca di capire perché si è arrivati a questo punto di lacerazione sociale, di disprezzo dei valori umani (...) per contribuire a quella ricerca ideologica che mi pare preliminare per qualsiasi mutamento, miglioramento nei comportamenti collettivi".
- e passando all'oggi, ma rimanendo su questa medesima linea (la volontà di capire e spiegare, per poi poter anche cambiare), una citazione d'obbligo va a Roberto Saviano, sul quale non credo ci sia bisogno di fornire informazioni.
Laura
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