"(...) E l'impazienza derivava dalla consapevolezza che non avrei mai più sentito ciò che non avessi udito in quel momento; non ci sarebbe stata ripetizione, come quando si ascolta un nastro o si guarda un video e si può tornare indietro, no, ogni sussurro non catturato e non compreso sarebbe andato perduto per sempre. E' la disgrazia di quanto ci succede e non viene registrato, o peggio ancora, nemmeno saputo né visto né sentito, perché in seguito non sarà possibile recuperarlo. Il giorno in cui non siamo stati insieme non potrà essere modificato, ciò che ci avrebbero detto al telefono quella volta che non abbiamo risposto non verrà detto mai più, né con le stesse parole né con lo stesso valore, e tutto sarà leggermente diverso o diverso del tutto per la mancanza di coraggio che ci dissuase dal rispondere. Ma anche se quel giorno siamo stati insieme, o eravamo a casa quando ci hanno telefonato, o abbiamo avuto il coraggio di parlare vincendo la paura e dimenticando il rischio, anche così nulla potrà ripetersi, di conseguenza arriverà un momento in cui l'essere stati insieme sarà come non esserlo stati, o aver risposto al telefono come non averlo fatto, e aver avuto il coraggio di parlare come aver taciuto. Anche le cose più indelebili hanno una durata, come quelle che non lasciano traccia o neppure succedono, e se le possiamo prevedere, annotare o registrare e filmare, e ci circondiamo di promemoria e addirittura cerchiamo di sostituire l'accaduto con la sua mera conferma, registrazione e archiviazione, di modo che ciò che accade realmente non sia, fin dall'inizio, che il nostro annotare, registrare o filmare, nient'altro; pure in quest'infinito perfezionamento della ripetizione avremo perduto il tempo in cui davvero le cose accaddero. (...). E nonostante tutto non possiamo far altro che impostare la nostra vita ad ascoltare e a vedere e a partecipare e a sapere, convinti che la nostra vita dipenda dallo stare insieme un giorno o dal rispondere a una telefonata, o dall'avere il coraggio, o da commettere un crimine o causare una morte e sapere che è stato così. A volte ho la sensazione che niente di ciò che succede succeda davvero (...) e la debole ruota del mondo viene spinta da smemorati che ascoltano e vedono e sanno ciò che non si dice e non avviene e non si conosce né si può dimostrare. Ciò che avviene è identico a ciò che non avviene, ciò che scartiamo o ignoriamo identico a ciò che accettiamo o afferriamo, ciò che sperimentiamo identico a ciò che non proviamo, tuttavia la vita passa e passiamo la vita a scegliere a rifiutare a selezionare, a tracciare una linea che separi quelle cose che sono identiche e faccia della nostra storia una storia unica da ricordare e da raccontare. Impieghiamo tutta la nostra intelligenza e i nostri sensi e le nostre ansie al fine di discernere ciò che sarà uniformato, o che lo è già, e per questo siamo pieni di rimpianti e di occasioni perdute, di conferme e riaffermazioni e di occasioni sfruttate, quando l'unica certezza è che nulla si afferma e tutto si perde. O forse non c'è mai stato niente."
"(...) Il mondo intero spesso si muove solo per smettere di occupare il proprio posto e usurpare quello di un altro, solo per questo, per dimenticare se stessi e sotterrare il passato, tutti ci stanchiamo indicibilmente di essere ciò che siamo e ciò che siamo stati. (...)"
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