Sforziamoci di metterlo a fuoco.
Vorrei più vicinanze.
Vorrei più colori.
Vorrei più stare insieme.
Vorrei poter parlare con anime vive anziché scrivere in maniera autoreferenziale su questo blog, che per carità va bene, ma non è e non può essere e non sarà MAI abbastanza.
Vorrei che gli altri fossero loro stessi, ma avessero dentro anche qualcosina di me; non per presunzione, ma per ritrovarmi un po' in loro e sentirmi meno sola.
Vorrei che tutto si potesse spiegare e chiarire, e che 2+2 facesse sempre 4.
Vorrei riavvolgere il nastro, e rivedere e riascoltare, perché comincio a non ricordarmi più; e questo non è buon segno.
Vorrei riaprire il pianoforte, anziché constatare che non me ne frega più niente di aprirlo e passarci ormai accanto come si passa accanto a un inutile e tutto sommato abbastanza invisibile pezzo d'arredamento.
Vorrei non aver interrotto i miei corsi di recitazione. E sono stata una cogliona a interromperli.
Vorrei aver fatto lettere per poi aver potuto scrivere. Oppure aver fatto ragioneria, se mi toccava far di conto. Essere metà e metà è scomodo e doloroso; e spesso non ci vedo dentro il senso.
Vorrei aver detto di più, ma in altri momenti vorrei invece aver detto di meno, o niente del tutto. Perché non sono affatto sicura che sia stato utile e sensato, e sento un certo gusto amaro nel cuore.
Vorrei avere la sensazione che per gli altri conto quanto loro contano per me.
Vorrei sapere cosa c'è nella testa delle persone. E di alcune in particolare.
Vorrei saper sempre ben distinguere l'idea dal dato reale.
Vorrei avere capito se sono una, nessuna o centomila.
Vorrei aver capito prima.
Vorrei avere capito.
Laura
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