A Novate esistono ancora l'azienda della famiglia Testori e la casa natale di Giovanni Testori, oggi sede di mostre.
Ci eravamo già andati un paio di anni fa con l'amico Giuseppe, e oggi ci siamo tornati su sua proposta per vedere un'esposizione dedicata a qualche lavoro figurativo di Pier Paolo Pasolini.
Un bell'allestimento, molto ricco di commenti ai lavori esposti, messi in relazione con il lavoro coevo di Testori e contestualizzati rispetto ai vari periodi di attività artistica di Pasolini negli altri ambiti: letteratura, giornalismo, cinema.
Mi ha colpito soprattutto una stanza dedicata al rapporto di profondissima amicizia con la grande Maria Callas, che fu per Pasolini un'incredibile Medea. Dopo la realizzazione del film i due rimasero sempre in contatto scrivendosi delle bellissime lettere, due delle quali, della cantante, esposte in originale.
Due testi carichi di affetto amorevole per Pasolini, vicinanza spirituale, profonda comprensione della sua interiorità complessa e sofferta, che la Callas pare anche condividere ritrovando in se stessa molti tratti caratteriali e di sensibilità dell'amico.
E poi, pur non trattandosi di testi molto lunghi, concentrano una grande quantità di considerazioni sulla vita umana e le sue grandi difficoltà soprattutto per chi si misuri con una particolare sensibilità, che la Callas esplicitamente attribuisce a se stessa in un passaggio di una di queste missive.
Emerge da queste righe una donna dotata di grandissima consapevolezza di sè, del mondo, della vita, delle cose. Una donna cosciente anche delle difficoltà connesse alla vita sovraesposta degli artisti, al contrasto fra vita vera e finzione del palcoscenico, al peso di rispondere sempre e comunque alle aspettative del pubblico, che ha riconosciuto in lei doti straordinarie e mai vorrebbe esserne deluso.
Emerge da queste righe una donna dotata di grandissima consapevolezza di sè, del mondo, della vita, delle cose. Una donna cosciente anche delle difficoltà connesse alla vita sovraesposta degli artisti, al contrasto fra vita vera e finzione del palcoscenico, al peso di rispondere sempre e comunque alle aspettative del pubblico, che ha riconosciuto in lei doti straordinarie e mai vorrebbe esserne deluso.
"Ho capito che solo in noi possiamo basarci. (...). Sugli altri non si può fidare a lungo. (...). Noi dentro dobbiamo trovare la forza, almeno apparente"
"Le tragedie non bisogna farle che sulla scena. La vita la si fa da noi entro le nostre possibilità"
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