Stasera accendo la televisione (è sempre una PESSIMA idea) e mi sintonizzo su RAI 3 (anche perchè praticamente è l'unico canale che vediamo: RAI 1 è partita, RAI 2 quasi, Rete 4 non l'abbiamo mai vista nè ovviamente rimpianta, Canale 5 va e viene. Italia 1 si vede decentemente, e ogni tanto mi guardo qualche pezzettino delle Iene).
Tenete bene a mente che ho detto RAI 3; non il canale colonizzato da Minzolini, bensì quello che dovrebbe essere ancora l'ultimo, disperato avamposto della sinistra in RAI. Per quanto mi dimentichi troppo spesso (direi una dimenticanza freudiana, tesa a coprire ciò che, se ricordato, potrebbe causarmi traumi inenarrabili) che il TG su questo canale è da tempo nelle mani della Lega.
Ebbene, ci sono occasioni in cui tale penosa paternità "balza chiaramente all'occhio", per citare Cochi e Renato. Ed è questo il caso di stasera, con l'anteprima in gran pompa di un nuovo musical-pappone (ne sentivamo giusto la mancanza) questa volta ispirato a I promessi sposi (ne sentivamo ancor di più la mancanza!). Diretta presentata nientepopodimenoche dal Duomo di Milano, con enfatiche riprese dall'alto della cattedrale stracolma di vipponi, assessori, sciantose e magnaccioni in grande spolvero ma, nel contempo, addestrati a indossare la compita e pensierosa maschera di circostanza che una serata di tale valore culturale e morale meritava. Le telecamere si soffermavano su volti divisi tra ascolto concentrato e consapevole e dolente riflessione sulle brutture del mondo. Essendogli stato raccomandato dagli organizzatori di assumere pose ed espressioni da san Sebastiani e pie donne, in quanto la serata avente scopo benefico per iniziativa del cardinal Tettamanzi (l'unico che, più volte inquadrato, appariva veramente e seriamente concentrato sia, purtroppo, nell'ascolto, sia sui temi evocati dalla serata: Fede, Speranza e Carità. Giusto i valori che nella Milano di oggi si respirano nell'aria, anzi, direi, si toccano proprio con mano).
Pensavo che quello sciagurato parto della nostra sottocultura televisionara che è appunto il musical-pappone (orrido coacervo di citazioni a casaccio, scenografie da "kolossal de noantri", urla sguaiate spacciate per nobile canto lirico, vergognose "orchestrazioni" (??????) e sciagurate "libere interpretazioni" di contesti storici, costumi, tipi e caratteri) avesse già raggiunto la pienezza della propria maturità con Notre Dame de Paris di Cocciante e, ancora di più, con la Tosca di Dalla presentata agli Arcimboldi l'anno scorso (per la serie Come abbandonare a penoso destino un teatro ben concepito sotto il profilo architettonico e dotato di ottima acustica, destinandolo a scandalosi sottoprodotti culturali hard-hard-hard discount).
E INVECE NO! Ancora non avevamo toccato il fondo. Mancava giustappunto questa scintillante serata, nella quale devo dire niente, ma proprio niente è mancato all'appello:
- la brava presentatrice, ossia una Lorena Bianchetti addestrata come un chi hua hua infiocchettato a recitare perfettamente la parte della conduttrice casta e pura, dolce e rassicurante, professionale ma soprattutto profondamente coinvolta e scossa a livello personale dai densi contenuti culturali ed etici della serata. Domanda: possiamo sapere quanto è stato sganciato alla signora per tale oratoriale prestazione?
- i due bravi tenori, i due sconosciuti talenti nascosti finalmente giunti alla ribalta: due veri Cicì e Cocò, due scandalosi urlatori che neanche nella più sciamannata messinscena da oratorio potrebbero fare una porca figura... a ugola all'aria come due tacchini strozzati in prima serata sulla tivvù nazionale. Due degnissimi emuli del terzo illustre sconosciuto del terzetto sanremese Pupo/Emanuele Filiberto/Sarcazzochiè.
- un agghiacciante repertorio di canzonette inneggianti a Milano, luogo magico in cui c'è tutto quel che si può desiderare e la gente nelle case sta bene ed è felice. Naturalmente il tutto enfatizzato da cori trionfali, apoteosi di acuti, squilli di campane e inquadrature del povero Signore Gesù Cristo lassù in alto, sopra l'altare del Duomo, che gli toccava assistere a questo vergognoso scempio, allestito con lodevoli intenti da parte del cardinale, pover'uomo, ma biecamente sfruttato per una becera, disgustosa propaganda che non ha trovato niente di più originale che andare a scomodare il Manzoni.
Appunto, il Manzoni. Che ci azzeccava in tutto ciò?
Unica nota dignitosa della serata, le letture di Albertazzi dal romanzo. Però anche lui, ma ha proprio bisogno di prendere parte a vergognose operazioni demagogiche di questo livello? Insomma, non so, dopo una vita spesa sul palcoscenico come Albertazzi Giorgio e non certo Pinco Pallo, se si sente e si desidera dare ancora qualcosa del proprio talento, che lo si metta a disposizione non solo per le buone cause, ma Santo cielo per delle proposte culturalmente dignitose!
CHE SCANDALO, CHE VERGOGNA, CHE PENA! Nemmeno il Festival di Sanremo di quest'anno (il che è tutto dire) mi ha fatto a tal punto inorridire.
http://it.notizie.yahoo.com/19/20100428/ten-rai-i-promessi-sposi-arrivano-al-duo-b61c902.html
http://milano.corriere.it/milano/notizie/arte_e_cultura/10_aprile_26/promessi-sposi-in-duomo-1602908008112.shtml
Laura
P.S. Nella foto, una smagliante Lorena Bianchetti in versione involontariamente leghista. Effettivamente le si addice.
Tenete bene a mente che ho detto RAI 3; non il canale colonizzato da Minzolini, bensì quello che dovrebbe essere ancora l'ultimo, disperato avamposto della sinistra in RAI. Per quanto mi dimentichi troppo spesso (direi una dimenticanza freudiana, tesa a coprire ciò che, se ricordato, potrebbe causarmi traumi inenarrabili) che il TG su questo canale è da tempo nelle mani della Lega.
Ebbene, ci sono occasioni in cui tale penosa paternità "balza chiaramente all'occhio", per citare Cochi e Renato. Ed è questo il caso di stasera, con l'anteprima in gran pompa di un nuovo musical-pappone (ne sentivamo giusto la mancanza) questa volta ispirato a I promessi sposi (ne sentivamo ancor di più la mancanza!). Diretta presentata nientepopodimenoche dal Duomo di Milano, con enfatiche riprese dall'alto della cattedrale stracolma di vipponi, assessori, sciantose e magnaccioni in grande spolvero ma, nel contempo, addestrati a indossare la compita e pensierosa maschera di circostanza che una serata di tale valore culturale e morale meritava. Le telecamere si soffermavano su volti divisi tra ascolto concentrato e consapevole e dolente riflessione sulle brutture del mondo. Essendogli stato raccomandato dagli organizzatori di assumere pose ed espressioni da san Sebastiani e pie donne, in quanto la serata avente scopo benefico per iniziativa del cardinal Tettamanzi (l'unico che, più volte inquadrato, appariva veramente e seriamente concentrato sia, purtroppo, nell'ascolto, sia sui temi evocati dalla serata: Fede, Speranza e Carità. Giusto i valori che nella Milano di oggi si respirano nell'aria, anzi, direi, si toccano proprio con mano).
Pensavo che quello sciagurato parto della nostra sottocultura televisionara che è appunto il musical-pappone (orrido coacervo di citazioni a casaccio, scenografie da "kolossal de noantri", urla sguaiate spacciate per nobile canto lirico, vergognose "orchestrazioni" (??????) e sciagurate "libere interpretazioni" di contesti storici, costumi, tipi e caratteri) avesse già raggiunto la pienezza della propria maturità con Notre Dame de Paris di Cocciante e, ancora di più, con la Tosca di Dalla presentata agli Arcimboldi l'anno scorso (per la serie Come abbandonare a penoso destino un teatro ben concepito sotto il profilo architettonico e dotato di ottima acustica, destinandolo a scandalosi sottoprodotti culturali hard-hard-hard discount).
E INVECE NO! Ancora non avevamo toccato il fondo. Mancava giustappunto questa scintillante serata, nella quale devo dire niente, ma proprio niente è mancato all'appello:
- la brava presentatrice, ossia una Lorena Bianchetti addestrata come un chi hua hua infiocchettato a recitare perfettamente la parte della conduttrice casta e pura, dolce e rassicurante, professionale ma soprattutto profondamente coinvolta e scossa a livello personale dai densi contenuti culturali ed etici della serata. Domanda: possiamo sapere quanto è stato sganciato alla signora per tale oratoriale prestazione?
- i due bravi tenori, i due sconosciuti talenti nascosti finalmente giunti alla ribalta: due veri Cicì e Cocò, due scandalosi urlatori che neanche nella più sciamannata messinscena da oratorio potrebbero fare una porca figura... a ugola all'aria come due tacchini strozzati in prima serata sulla tivvù nazionale. Due degnissimi emuli del terzo illustre sconosciuto del terzetto sanremese Pupo/Emanuele Filiberto/Sarcazzochiè.
- un agghiacciante repertorio di canzonette inneggianti a Milano, luogo magico in cui c'è tutto quel che si può desiderare e la gente nelle case sta bene ed è felice. Naturalmente il tutto enfatizzato da cori trionfali, apoteosi di acuti, squilli di campane e inquadrature del povero Signore Gesù Cristo lassù in alto, sopra l'altare del Duomo, che gli toccava assistere a questo vergognoso scempio, allestito con lodevoli intenti da parte del cardinale, pover'uomo, ma biecamente sfruttato per una becera, disgustosa propaganda che non ha trovato niente di più originale che andare a scomodare il Manzoni.
Appunto, il Manzoni. Che ci azzeccava in tutto ciò?
Unica nota dignitosa della serata, le letture di Albertazzi dal romanzo. Però anche lui, ma ha proprio bisogno di prendere parte a vergognose operazioni demagogiche di questo livello? Insomma, non so, dopo una vita spesa sul palcoscenico come Albertazzi Giorgio e non certo Pinco Pallo, se si sente e si desidera dare ancora qualcosa del proprio talento, che lo si metta a disposizione non solo per le buone cause, ma Santo cielo per delle proposte culturalmente dignitose!
CHE SCANDALO, CHE VERGOGNA, CHE PENA! Nemmeno il Festival di Sanremo di quest'anno (il che è tutto dire) mi ha fatto a tal punto inorridire.
http://it.notizie.yahoo.com/19/20100428/ten-rai-i-promessi-sposi-arrivano-al-duo-b61c902.html
http://milano.corriere.it/milano/notizie/arte_e_cultura/10_aprile_26/promessi-sposi-in-duomo-1602908008112.shtml
Laura
P.S. Nella foto, una smagliante Lorena Bianchetti in versione involontariamente leghista. Effettivamente le si addice.
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