Travolta dagli eventi della ripresa autunnale, non riesco a mettermi molto spesso sul blog.
Ma urge proseguire con il mio diario di bordo, cosa utile anche per ricostruire e rivisitare piano piano le tappe del nostro viaggio.
Che come tutti viaggi, è stato anche un cammino dentro noi stessi, una possibilità nuova e diversa di contatto con tante dimensioni interiori ed esterne.
Devo dire che dopo la prima sera a Chicago, emozionante, e il primo giorno in città subito molto intenso, che già vi ho descritto, i tre giorni trascorsi sul lago Michigan ospiti di Annamaria sono stati un vero toccasana psicofisico; davvero il meglio a cui potessimo aspirare per guarire dallo stress di un anno lavorativo milanese e da un continuo feedback negativo mente-corpo.
I grandi spazi verdi, la luce, le acque del lago - immenso, quasi un mare - i rumori e i suoni di una natura ancora pressochè incontaminata e molto vicina all'Uomo, che emergono soprattutto dal buio della sera e della notte schiarito solo dalla luce delle stelle; ma anche i bei "paesaggi" umani e sociali, le cose buone da mangiare e la caldissima ospitalità di cui abbiamo goduto, ci hanno avvolti con un incredibile fascino e la forza del loro essere per noi un'assoluta novità.
C'è stato il tempo per scoprire persone carine fino a pochi giorni prima sconosciute: è avvenuto uno scambio di idee, di storie vecchie e nuove, di ieri e di oggi, di curiosità, di conoscenze culinarie, e anche di piccoli, affettuosi regalini.
Dalla mamma di Annamaria abbiamo ricevuto: io un orologio simile a quello che avevo apprezzato al suo polso, Cristiano una T-shirt, particolarmente gradita anche per il fatto di poter sfoggiare qualcosa di più carino delle tristi magliette portate dall'Italia, effettivamente non il meglio del suo guardaroba!
La casa di Annamaria è un ottimo, riuscitissimo esempio di cottage arredato secondo un gusto semplice e fine: tinte chiare, fra il bianco e varie sfumature del verde salvia, poco mobilio, spesso proveniente dai mercatini locali dell'usato, fra stile contadino e modernariato alla Eames, oggetti e quadri che parlano dell'attenzione della padrona di casa al bello delle piccole cose. La dimostrazione che è possibile conciliare armoniosamente il meglio dell'interior design "american country" e lo stile della casa di campagna all'europea, qui fusi in pochi metri quadri distribuiti su un unico piano, sfruttati in maniera intelligente e funzionale.
Più tradizionali in senso americano, sono tuttavia nel loro genere assolutamente deliziose, e per nulla kitsch, anche le case della mamma e della sorella di Annamaria; nel giardino di sua sorella abbiamo fatto una buona colazione il lunedì mattina 18 agosto, con uno splendido sole e dolci americani, seguendo le avventure di due grossi ragni in mezzo a delle aiuole spettacolari, di cui nelle foto qui sopra vi mostro qualche angolo.
Insomma, un angolo di pace e serenità campestre che per noi e per il tipo di vita che si conduce abitualmente sono diventati quasi miraggi lontani.
Ci siamo letteralmente scatenati nei locali, paradisiaci mercatini dell'usato, veramente eccezionali per quantità e varietà degli articoli, molto diversi dai nostri e quindi per noi molto curiosi. In alcuni casi ci siamo veramente mangiati le mani di non poter comprare oggetti favolosi che sarebbe stato un problema portare a casa. Vere rarità a prezzi stracciatissimi!!!
Il martedì 19 sera siamo tornati a Chicago, e abbiamo cenato a casa di Annamaria e di suo marito Luigi: una gigantesca pizza da asporto con cipolle e salsiccia (niente affatto male!!!) in compagnia della cagnetta Sofia, molto dolce e tranquilla. Dopo cena siamo andati a vedere il laboratorio di oreficeria di Annamaria, una cosa interessante perchè non avevamo mai visto nemmeno in Italia un studio di questo tipo.
Dal mercoledì 20 eravamo di nuovo in pista per nuove avventure cittadine.
Laura
Laura
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